Nel Rapporto 2013 sul coordinamento della finanza pubblica, elaborato dalla Corte dei Conti e diffuso a maggio, sono contenuti dati che si soffermano su vari fenomeni sociali, tra cui il gioco d’azzardo. Per la prima volta, i dati relativi al 2012 dimostrano il calo delle entrate erariali derivate dal gioco legale. Tenuto conto dei costi sociali correlati: il “gioco” vale la candela?Nel 2012, le entrate derivanti dai giochi hanno fatto registrare una flessione del 7,1% rispetto all’anno precedente, essendo passate da 8,6 a 8 miliardi di euro. Il fenomeno, che trova corrispondenza in una “raccolta netta” (la spesa dei giocatori al netto delle vincite) diminuita a sua volta del 4,1% (da 18,1 miliardi a 17,4 miliardi), si confronta, invece, con una crescita esponenziale della “raccolta lorda” (il volume d’affari del settore), ormai prossima ai 100 miliardi, a seguito di un balzo dell’85% nell’ultimo triennio.Tali andamenti confermano, da un lato, la relativa saturazione del settore e fanno ritenere che i risultati conseguiti in passato difficilmente potranno essere superati nel prossimo futuro.Dall’altro, sono il riflesso di un progressivo mutamento nelle scelte dei consumatori, più orientati verso tipologie di gioco che assicurano un’elevata percentuale di redistribuzione della raccolta lorda (i cosiddetti payout) e implicano un breve lasso di tempo tra la giocata e il corrispondente evento-partita: si tratta, in particolare, degli “apparecchi da intrattenimento” (new slot e video lottery), verso i quali si concentra ormai il 54,3% della spesa complessiva dei giocatori (nel 2011 era stato il 51%) e il 51,7% delle entrate erariali (nel 2011 era stato il 45,3%).La rilevanza dei fenomeni di “sostituzione” che caratterizzano il mercato dei giochi, nei quali lo sviluppo di un settore si accompagna alla contrazione di altri, emerge evidente confrontando l’andamento dei giochi tradizionali con quelli di recente introduzione.I primi mostrano una progressiva perdita di interesse, facendo registrare inusuali perdite di quote di mercato nel caso del lotto (dal 16%al 12% della spesa totale) e del superenalotto (sceso dall’8% al 6%). Per contro, la spesa dei giocatori si è indirizzata in misura massiccia sulle video lottery (Vlt), che nel 2012 hanno messo a segno un aumento record del 79,5%.Nell’economia dei risultati conseguiti dal comparto, va peraltro tenuto conto – accanto alle entrate assicurate – anche delle “perdite” economiche e sociali che la diffusione delle nuove tipologie di gioco può determinare. Ci si riferisce, in particolare, alle frequenti situazioni di dipendenza dal gioco, di cui sono ricche le cronache, la cui gravità non appare certamente meno rilevante delle tradizionali dipendenze da alcol e droga. I casi di azzardopatia si fanno sempre più ricorrenti e colpiscono particolarmen- te le fasce deboli della popolazione: giovani, disoccupati, pensionati e casalinghe.Anche se l’opinione pubblica tende a prenderne coscienza soltanto quando la patologia sfocia in eventi clamorosi e drammatici, il fenomeno non può essere sottovalutato.Anche e soprattutto a causa della maggiore insidiosità che può presentare, per i soggetti psicologicamente più deboli, un’attività non scoraggiata ma, al contrario, sollecitata dallo stato stesso.Non meno preoccupanti, infine, risultano i fenomeni di infiltrazione nel settore da parte delle organizzazioni criminali.Tale deriva non sembra limitata soltanto al gioco illegale, il cui contrasto non può avere naturalmente esitazioni, ma in ripetuti casi si è estesa – analogamente a quanto è avvenuto anche in altri settori economici, come la compravendita di oro usato – anche al perimetro delle attività legali, con il fine specifico di realizzare il riciclaggio dei proventi derivanti da attività criminali.
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