Come guardare a Expo 2015

Gentile direttore, nel portare il saluto della Provincia di Lodi all’inaugurazione di Le Forme del Gusto, nella mattinata di sabato 29 settembre, ho parlato di soddisfazione e orgoglio. La prima dovuta alla dimostrazione che i lodigiani, quando vogliono, sanno fare le cose davvero per bene. Bastava guardarsi intorno ed ammirare la splendida piazza Duomo, così ricca e così elegante, così come gli allestimenti nel San Cristoforo, sede della Provincia, a sua volta vestita a festa, pronta ad accogliere i tantissimi visitatori, lodigiani e non.L’orgoglio deriva invece dal fatto che, contro tutto e contro tutti, la Provincia e i suoi uomini vanno avanti a lavorare a testa bassa, anche se lavorare ed investire è diventato praticamente impossibile. Diamo atto a Confartigianato del grande lavoro svolto, ma credo che Confartigianato possa testimoniare di aver trovato nella Provincia un partner forte, che mette in eventi di spessore come Forme del Gusto risorse, uomini e idee.Le Forme del Gusto è una manifestazione di alto livello perché alla parte più folkloristica, alla mostra mercato, abbina anche cultura, incontri, convegni che sviluppano temi interessanti e quest’anno anche show, con la presenza al Parco tecnologico Padano della notissima Benedetta Parodi, nella mattinata di domenica 30 settembre.Pensando al lavoro e al magnifico risultato, ai sentimenti che ho citato prima, soddisfazione ed orgoglio, se ne aggiunge un terzo, il rammarico.E non sto parlando solo di un meteo particolarmente ostile, che certamente non ha premiato la bellezza dell’evento.Forme del Gusto, la Rassegna Gastronomica che inizia la prossima settimana, ArteVino di Maleo, la Fiera di Codogno: queste manifestazioni (ho citato solo quelle di carattere enogastronomico) sono i simboli, la parte visibile di un iceberg che é in realtà molto ma molto più grande. Quell’iceberg è la strada che la Provincia aveva intrapreso per portare il territorio verso Expo 2015.Expo sarà un’occasione irripetibile e vi garantisco che per l’amministrazione provinciale questo era il più importante punto programmatico. Avevamo delineato una strategia ben chiara: il Protocollo firmato con il Comune di Milano e con la Società Expo 2015 nel giugno del 2010 ci aveva permesso da subito di entrare in contatto con il mondo milanese, ricavandone peraltro apprezzamento e simpatia. Da lì era iniziato un monumentale lavoro, forse poco visibile ma assolutamente necessario, per la definizione del modello di Lodigiano che avremmo voluto portare ad Expo: analisi di ciò che il territorio offre, messa a sistema dei suoi elementi di spicco, interventi sulle carenze, programmazione degli interventi ancora realizzabili in tempo utile, primi fra tutti i dieci milioni di euro circa per lo sviluppo turistico del Po.Ora sarebbe arrivata la terza fase, ossia il coinvolgimento in un tavolo di lavoro di tutti i partner territoriali, dai comuni alle associazioni, alle altre istituzioni. Un laboratorio aperto con un filo conduttore ben preciso: ad Expo solo con progetti di qualità, che il territorio ottiene solo quando lavora unito e non si spacca in mille rivoli che disperdono forze e risorse. Per questo laboratorio avevamo già costruito anche una casa, ossia la società Lodinnova, che avrebbe raccolto i frutti del lavoro traducendolo in forti azioni di marketing su Milano.Ad essere bravi, ce ne sarebbe per tutti: avremmo proposto, e magari esportato, un modello urbanistico che si sta consolidando proprio in questi anni e che mira a salvare le campagne dalla prepotenza delle metropoli, problema che molti Paesi presenti ad Expo conoscono da vicino. Saremmo stati in prima linea, speriamo lo saremo comunque, con il Parco Tecnologico Padano, dove si studia un’agricoltura più performante in vista delle sfide del futuro, specie quella demografica. Avremmo operato per portare dalla vicina Milano importanti flussi di turisti a visitare i nostri luoghi più belli, accogliendoli con eventi all’altezza, ben organizzati e strutturati, come Forme del Gusto che non a caso è inserito nel Palinsesto degli eventi Expo 2015. Al tempo stesso, avremmo cercato di ritagliare per la nostra imprenditoria uno spazio su tutto ciò che ruoterà attorno ad Expo: pensiamo solo alle 150mila persone al giorno per sei mesi che devono mangiare, dormire, divertirsi; pensiamo agli appalti per gli allestimenti, alle oltre 100 delegazioni e al loro personale.Ho parlato di tutto questo al passato non per pessimismo, ma per realismo.Da agosto 2011, la delegittimazione delle Province ci ha fatto perdere un anno secco di lavoro: come pensare di presentarsi quale motore e traino del territorio, quando non sai nemmeno fino a quando esisterai? I tagli lineari della spending review mettono in ginocchio gli enti virtuosi e consentono agli enti spendaccioni di continuare a spererare.Il cammino verso Expo 2015, almeno quello a nostra guida, si è interrotto.Ma Forme del Gusto è stata un’occasione di festa e voglio trasformare questo lamento in una speranza. Il territorio, i territori, pretendano insieme ad Expo dal Governo immediata chiarezza su cosa fare per non perdere l’irripetibile occasione del 2015. Sia stabilito subito chi deve prendere le redini del territorio e guidarlo per il tempo che manca all’evento: per quanto ci riguarda, possiamo solo dire che l’esperienza, il materiale, i contatti maturati nel lavoro sin qui svolto sono a disposizione di chi lo vorrà per riprendere il cammino verso il 2015.

© RIPRODUZIONE RISERVATA