Comuni piccoli, grandi risparmi?

“E che Dio ce la mandi buona!” Prefettura di Lodi martedì 5 novembre. Una trentina di primi cittadini riuniti dal Prefetto Giuffrè per fare il punto sullo stato dell’arte delle gestioni associate, ovvero quelle aggregazioni di municipalità imposte dal decreto del governo centrale di Roma. Un sindaco della Bassa fa da portavoce chiudendo il suo intervento con queste parole da ultima spiaggia.53 i Comuni lodigiani in obbligo di gestione associata, perché sotto i 5 mila abitanti, 13 le aggregazioni al via. Un Sindaco ha osservato: chissà perché chi conta 5.001 abitanti non deve aggregarsi e chi ne ha 4.999 invece si. Scelte e numeri frutto di decisioni che calano dall’alto, dettate dall’imperante vento dell’ anti politica, ma soprattutto da chi da lassù la teme, perché ben cosciente dei propri privilegi. Da Sindaco ultimo arrivato e mai impegnato prima in politica ho ascoltato e riflettuto: l’ imposizione può essere legittima, scontata in tempi di grave crisi, ma assolutamente poco comprensibile per tutti i presenti, che vedevo scuotere la testa. Noi Sindaci dei piccoli Comuni siamo cittadini eletti dalla nostra gente a cui rispondiamo direttamente per ciò che facciamo; ci siamo messi in gioco per costruire un paese migliore, più bello e vivibile, tiriamo fuori di tasca nostra pur di creare qualcosa di valido e utile, ogni giorno ascoltiamo i cittadini e cerchiamo di aiutarli. Passiamo le giornate in municipio, siamo disponibili anche quando siamo al bar o a casa, non sprechiamo né spendiamo mai a vanvera i soldi nostri e tanto meno quelli dei cittadini: perché siamo culturalmente cresciuti intorno a un oratorio e a un campanile, sappiamo dare valore ai sacrifici fatti dai nostri genitori e nonni, ai soldi che ci hanno lasciato da gestire. Chi siede a Roma, non solo non ha previsto le crisi e spesso l’ha nascosta, ma ora ci dice che noi dobbiamo risparmiare di più; ed è convinto che mettendo insieme i Comuni piccoli ci sarà un risparmio. I nostri parlamentari che siedono laggiù, lontano dai cittadini che soffrono, hanno scoperto l’acqua calda! Per me, per noi, amministrare i nostri paesi è fare opera di volontariato gratuito per la collettività. La nostra corretta gestione è improntata al risparmio per cultura innata e cerca da sempre di fare economie. Ora c’è la “spending review”: anche il semplice acquisto di 150 rotoli di carta igienica per le scuole deve passare dal Mepa (Mercato Elettronico Pubblica Amministrazione). L’impiegato comunale va su internet, deve cercare fra le ditte registrate quella dove la carta igienica costa meno e acquistare on line. Se c’è bisogno di cambiare un neon a scuola, si va sul Mepa. I segretari comunali sono molto attenti a questa procedura... Poi si scopre che chi vende la lampadina sta a Milano, la spedisce ma non viene certo a cambiartela, mentre il bidello non è tenuto a salire sulla scala... Ci sono amministratori che vanno dal ferramenta locale, pagano la lampadina di tasca propria, vanno a scuola, salgono sulla sedia e cambiano il neon bruciato. Altri tagliano l’erba dei giardini pubblici, altri ancora fanno i vigili... fuori da scuola. In prefettura quel sindaco ha aggiunto: «Noi non siamo tagliatori di teste di professione. Sono decine di anni che sono in amministrazione, ma questo è il momento più difficile di sempre. Il dover dire di no a cittadini che chiedono un aiuto mi toglie l’appetito». Si dovrà risparmiare almeno il 5% nei prossimi tre anni, dicono a Roma, riducendo magari il personale o l’indennità di funzione agli impiegati comunali: tutta gente che fa il suo e altro ancora con abnegazione, in uffici sotto dimensionati e con una mole di lavoro triplicata in tre anni. Un altro sindaco ha aggiunto: «Stamattina mi hanno tagliato altri 50 mila euro di trasferimenti statali, dove devo risparmiare ancora ? Non ho forse già dato il mio contributo?». E un terzo: «Difficile ridurre le spese. Ci sono difficoltà enormi e non ci saranno riduzioni di spesa come vuole la legge. Anzi, all’inizio ci sono costi in più». E ha aggiunto: «A Roma partono con le riduzioni di spesa da chi spreca meno, non da chi spreca di più.» I nostri cittadini lo hanno già capito che chi sta in alto ama far fare i sacrifici a chi sta in basso. Ma fino a quando?

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