Defibrillatori sui campi: e ora che fare?

Gentile direttore, siamo alle solite! Molti dirigenti sportivi si attivano quotidianamente nella gestione delle Società con passione ed abnegazione ma, quando si chiede loro qualche obbligatorietà, alzano i loro scudi per non ottemperare ad alcune regole fondamentali. O meglio, se si tratta di alcune regole utili alla “competizione sportiva” si cerca di rispettarle, solo per abitudine e spesso il dirigente “storce” la bocca, ma se si cerca di mettere in sicureza la salute degli atleti, cominciando dai più piccoli, vengono evidenziate tutte le problematiche conseguenti.Mi riferisco alle problematiche e non ai problemi, perchè le prime possono essere soggettive ed interpretabili mentre i problemi sono spesso reali, perciò più concreti. Per dare un contributo al dibattito, defibrillatori si o no (vedi il Cittadino del 5 marzo, pagina 40), ritengo essenziale esprimere un concetto riguardo la Cultura Sportiva: “molte società, nel vivere quotidiano, pensano esclusivamente all’attività operativa, perciò sportiva, senza considerare gli aspetti induttivi”.Ovvero, qualsiasi attività (sportiva o non) necessita di una visuale “circolare”, cioè a 360°.Stabilito questo, tutti coloro che si occupano di gestione devono tener conto delle varie sfaccettature che la stessa comporta nelle varie attività.La gestione, come ho già avuto modo di trasmettere in varie occasioni, non è amminitrazione.La gestione è più riferita ad un atteggiamento di Marketing che amminitrativo, in quanto è necessario stabilire un metodo di concetti, regole, comportamenti relativi agli obiettivi da raggiungere.Quindi, se gli obiettivi per ogni società sono similari o diversi, le stesse devono stabilire le varie specifiche strategie per la programmazione e la pianificazione delle varie attività.Sia ben chiaro, non vorrei apparire un “maestrino saputello” perchè la mia intenzione è trasmettere quanto ho appreso negli anni in cui, molto umilmente, mi sono occupato di gestione, sia professionale che sportiva.Certo, per affrontare concretamente l’argomento gestione non è sufficiente lo spazio che, personalmente, voglio occupare cercando di lasciarne anche ad altri, ma mi preme lanciare una vera e propria provocazione: Cari dirigenti, perchè non cercate di adottare un metodo gestionale con obiettivi più razionali che passionali?Si parla tanto di innovazione nell’affrontare le varie attività, specialmente in tempo di crisi, ma quale innovazione è più innovativa di una diversa gestione?A prescindere dalla gestione orientata al Marketing (strategico e/o operativo) vi è anche una responsabilità che trae origine da un fatto, un atto o un comportamento di per sé idoneo a produrre un danno.Infatti l’art. 2043 del C.C. recita che qualunque fatto, doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno.Quindi, la responsabilità così strutturata presuppone una condotta umana, positiva (fare) o negativa (non fare), cioè commissiva od omissiva.Per brevità, tutte le discipline sportive comportano dei rischi e questi sono comunemente accettati da chi le pratica: occorre invece stabilire quale sia la soglia del rischio oltre la quale scatta l’imputazione del fatto illecito e la risarcibilità per il danno provocato.Ovviamente, sono argomenti che pretenderebbero approfondimenti ben più specifici ma, tornando ai Defibrillatori, il dibattito iniziato a Montanaso tra la FIGC e le società affiliate denota molta preoccupazione, specilamente riguardo la formazione del personale abilitato.In parte condivido la preoccupazione, perchè ritengo la selezione degli addetti piuttosto complicata riguardo la disponbilità, la responsabilità, la capacità ecc. ma, una volta identificati i “responsabili” la formazione non “deve” essere un problema.Tutti, a prescindere dagli interessi personali, devono partecipare alla gestione operativa della società con precisi compiti e responsabilità, relativi ad un organigramma e ad obiettivi strategici, che ragionati ed accettati, possono aiutare al raggiungimento dei risultati previsti.Ma, conosciamo tutti quali sono gli obiettivi alla base delle attività delle “nostre” società?Non è mai troppo tardi, chiunque può diversificare la gestione societaria, cioè può passare da una corretta amminitrazione ad una più strategica gestione operativa. O no?Con rispetto e ringraziamento a tutti coloro che quotidianamente svolgono attività operativa all’interno delle società sportive

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