Il 26 giugno si celebra la giornata mondiale contro la droga. La diffusione e assunzione di droghe di ogni tipo pone agli educatori una domanda: come controllare la mentalità che considera la droga una condizione sociale inevitabile? Le evidenze scientifiche invitano all’impegno in questo settore e a rifiutare l’idea di poter convivere, in modo “normale”, con le droghe. Il consumo delle droghe da parte degli adolescenti e giovani, comprese quelle legali come l’alcool e il tabacco, non deve essere considerato con leggerezza. Il cervello del giovane che viene a contatto con la droga e con l’alcool evidenzia scompensi persistenti. Il cervello dell’adolescente che ha fumato marijuana per alcuni mesi, o provato la cocaina e l’ecstasy in modo episodico, mantiene una sorta di “memoria biologica” che pone il giovane in una condizione di rischio. Ne consegue che le droghe, oltre ai danni sul cervello che alterano le capacità cognitive, la memoria, le modalità relazionali e acutizzano l’aggressività, sino a snaturare il temperamento e il carattere della persona; il contatto con le sostanze facilita l’assunzione abituale. E’ bene sottolineare che la droga non produce gli stessi effetti in tutti i soggetti che l’assumano e non “intrappola” tutti i consumatori in modo uniforme. Le ricerche sui minori delle elementari, hanno dimostrato alcuni dati predittivi che predispongono ad assumere droghe durante l’adolescenza. Sono più a rischio quei bambini e bambine che ricercano sensazioni forti (novelty seeking), palesano minor controllo comportamentale, scarsa autostima, difficoltà di adattamento e scarso supporto dei genitori. Questi ed altri fattori predittivi, rilevabili prima dell’assunzione delle droghe, ci fanno capire che la scelta della droga non è occasionale o riconducibile all’ ambiente, ai gruppi di amici. Ad esporsi alle droghe per sperimentarle, anche in modo ricreazionale, sono per la maggior parte gli adolescenti che “non stanno bene con se stessi”. A continuare l’assunzione di droghe, sviluppando dipendenza o abuso, sono pertanto quegli individui che presentano problematiche psicologiche, disturbi di personalità. Le sostanze d’abuso, infatti, funzionano come “trappole”, in particolare, in quei ragazzi vulnerabili, incapaci d’affrontare le difficoltà personali. Le sostanze d’abuso sono presenti in alcuni adolescenti e giovani con carenze affettive, difficoltà relazionali, difficili temperamenti e con un accestivo attaccamento ai genitori. Così pure gli stupefacenti funzionano da “trappole” in quei ragazzi asociali che trovano difficoltà in famiglia, nella scuola e si associano a coetanei devianti. Tutti questi elementi concorrono a un aumento del rischio che in certi casi può anche prescindere dalle scelte educative della famiglia. S’impone, alla luce di quanto ho affermato, l’assunzione di un impegno esteso che veda genitori, insegnanti e educatori e, le istituzioni pubbliche tese alla tutela e educazione dei bambini e degli adolescenti. L’educazione non può essere lasciata al caso. L’impegno a combattere la dipendenza da sostanze stupefacenti e alcoliche va esteso soprattutto alle famiglie affinché non scelgano, di fronte a un figlio che si droga, di restare in una condizione di isolamento, e non si vergognino di entrare in contatto con i servizi e le istituzioni, per offrire ai figli relazioni educative valide ed intense, capaci di curare le dipendenze. Così pure la scuola proponga costantemente strategie e contenuti per la formazione della persona, valorizzando le discipline scolastiche che hanno in sé straordinarie risorse formative e quegli elementi umani e socio-morali su cui si possono fondare i progetti di educazione alla salute. Impegnarsi nel lavoro di prevenzione dell’uso di sostanze e delle dipendenze funziona. Recenti ricerche hanno dimostrato che investire risorse nella prevenzione non significa affatto disperderle. La prevenzione attuata nelle agenzie educative ha dato risultati significativi attraverso metodologie e progetti gestiti dagli insegnanti e dalla comunità educante. Purtroppo, il rischio dell’improvvisazione e degli interventi occasionali educativi esiste. Per iniziare ad operare in modo continuativo e sistematico con i ragazzi occorre utilizzare alcune linee-guida, frutto della ricerca, delle esperienze innovative valutate per misurare i risultati effettivi. La prevenzione è indispensabile e urgente. C’è la necessità, in primo luogo, che gli adulti, i genitori, gli educatori si rendano consapevoli dell’urgenza di questi interventi per superare una mentalità tollerante che porta ad accettare di convivere con le droghe. Le informazioni devono essere offerte anche ai giovani il più precocemente possibile, ma ponendo l’attenzione al fatto che le conseguenze negative delle droghe siano presentate nel clima formativo e non in un arido quadro di “drammatizzazione” che non propone alternative valide, proposte costruttive.
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