Mai se lo sarebbe immaginato! Vestito di tutto punto, come un prete vero, nero da capo a piedi, eccolo pronto per l’arrembaggio. Sì, ogni domenica è una vera galoppata su e giù per la città, da mattino a sera, visitando le famiglie dei nostri emigranti portoghesi. Si tratta della metropoli di Londra e del nostro seminarista brasiliano, Eduardo, un giovane concreto e spirituale come si deve, dal sorriso angelico, che sa affrontare ogni situazione di emergenza. In questo caso, il fatto che domenica scorsa i missionari erano tutti impegnati per la messa nelle comunità filippina, italiana e brasiliana.Per cui eccolo, proprio lui, a capitanare questo sacrosanto drappello, lanciato in campo aperto alla ricerca di famiglie di madeirensi disseminate nella metropoli. Naturalmente a passo di danza, secondo la tradizione. Una fisarmonica, un paio di chitarre, il coro delle “saloje”, bambine in costume rosso-tradizionale, e poi, chi con la croce, chi con la bandiera-rossa dello Spirito Santo, avanzano a ritmo di musica già da ben lontano... Tanto da inquietare le famiglie inglesi sorprese da una così viva e simpatica fanfara. “Avanti, niente paura, è domenica!” lancia sicuro uno del corteo, mentre i portoghesi, richiamati da una musica nota, sono già sull’uscio ad aspettare... La chiamano la visita dello Spirito santo, antichissima tradizione dell’isola di Madeira: impegna tutte le domeniche da Pasqua a Pentecoste. Portare lo Spirito del Signore Risorto in ogni casa con la benedizione pasquale è il suo vero e straordinario senso. Su e giù per gli appartamenti, i condomini o le casette a schiera inglesi, ci si presenta così a famiglie di emigranti già da tempo in febbrili preparativi di accoglienza. Di solito si invitano anche i vicini di casa e gli amici, in modo da trovare spesso in questi ristretti appartamenti un bel battaglione di fedeli, ben compattati tra muri e pareti domestiche. Pronti all’assalto. Sì, perchè sotto una lunga tovaglia bianca distesa sulla tavola, nascosto, c’è ogni bendidio. La benedizione pasquale, in fondo, qui è sempre una festa popolare, come l’entrata del Cristo tra le palme di Gerusalemme. Non un rito solitario.Entrati, incomincia il nostro Eduardo con un cortese”obrigado” dell’accoglienza, mentre vedi gli abitanti, spesso in lacrime, baciare tutti la bandiera, come fossero ancora nella loro terra. Immersi in un mondo inglese tutto il santo giorno, non gli pare vero, infatti, di ritrovare i gesti e la fede di casa, coltivata fin da piccoli. Poi il giovane seminarista presenta lo Spirito e la croce del Signore, formula alla moda brasileira una bella preghiera che nasce dal cuore e dall’incontro con una famiglia che vive i passi e la fiducia di Abramo. Vedi la gente seguire ogni istante attenta e devota, mentre in lungo e in largo scroscia l’acqua della benedizione, facendo ben attenzione a non far volare in pezzi il lampadario di casa, come fu la prima volta! Attacca, allora, il canto tradizionale madeirense,“Eu sou migrante, Linda chora!”che Filisberto, rosso in faccia, intona con la fisarmonica e tutte le canne del suo organo vocale. L’emozione sorprende ancora una volta i presenti, li vedi trattenersi, mentre la loro stessa vita si fa canto struggente. Intanto, come tradizione comanda, uno del seguito con un bel fare da maggiordomo si mette a versare il vino ad ognuno a cominciare dal padrone di casa... E si scopre, infine, la tavola: specialità salate e dolci vi sorridono mentre inizia la festa. Per il nostro drappello, però, c’è appena il tempo per un mezzo bicchiere di madeira, altre case sono in attesa, impazienti... Alla fine del pellegrinaggio, dopo una trentina di stazioni, nella casa più accogliente vi attendono la preghiera più convinta e una vera cena con i fiocchi.Negli occhi stanchi di ognuno riuscirete a intravedere facilmente la gioia ricevuta e la speranza condivisa: anche questo è spirito di Madeira. Il coro delle bambine, come in ogni casa, prima di partire intonerà una dolcissima nenia antica che sa di preghiera: termina sempre con il lancio di un nuvolo di petali di rosa sulla testa di tutti. Resta, così, in casa di migranti un segno gradito del nostro corteo. Anzi, veramente, dello Spirito di Dio. God bless you!
© RIPRODUZIONE RISERVATA