Tutti noi lodigiani, tifosi di hockey a rotelle ma soprattutto tifosi dell’Amatori, stiamo vivendo un momento magico: la Coppa Italia appena conquistata, la schiacciante vittoria contro i fortissimi spagnoli del Vic in Eurolega, il primato in campionato, la serie ininterrotta di successi. Tutto fantastico, tutto talmente coinvolgente che Lodi intera vive momenti appassionati ed ogni cittadino oggi è diventato esperto di hockey su pista. Quindi, a maggior ragione, si può comprendere l’entusiasmo di chi, come me, l’Amatori l’ha seguito fin da ragazzino, dai tempi del mitico Revellino nel corso degli anni fino ad oggi, alternando momenti oscuri ad altri esaltanti come quando, da Sindaco della città, ho avuto la soddisfazione di alzare la Coppa Cers vinta nel 1994, dopo aver seguito la squadra nelle sue trasferte europee. La passione non è venuta mai meno neppure dopo il fallimento della società nel 1996: sono stato uno di quei genitori che, insieme a D’Attanasio, Frugoni ed altri, hanno deciso di fondare una nuova società di hockey per consentire ai propri figli di continuare a praticare il loro sport preferito. Allora ognuno di noi si prese la responsabilità di un incarico all’interno della neonata Roller Lodi: io, data la mia professione, scelsi di occuparmi della gestione medica, ruolo che tuttora dopo 15 anni ricopro con impegno, soddisfazione ed immutato entusiasmo. Dopo questo breve riepilogo storico, voglio però sottolineare che la mia collaborazione, pur specifica ed appassionata, sarebbe servita fino ad un certo punto se non vi fossero state due persone, Fulvio D’Attanasio e Raoul Frugoni che in questi anni hanno dedicato anima e corpo al progetto Amatori, portando questa società dapprima a vincere titoli nazionali a livello giovanile (e qui altra soddisfazione personale vedere mio figlio Edoardo conquistare lo scudetto Allievi con i suoi compagni Paolo, Luca, Alberto, Nicolas, Daniele, Federico ed altri) ed in seguito a crescere a livello professionistico sino a raggiungere gli attuali livelli.Ora ogni cosa sembra così facile; tuttavia ritengo giusto, in questo momento di euforia collettiva, rendere un pubblico ringraziamento al presidente D’Attanasio. Da lui è nato il progetto; lui si è preso la responsabilità di mettere la propria firma su tutti gli atti ufficiali della Società, quando era rischioso farlo; lui, insieme a pochi dirigenti, ha assunto le decisioni nei momenti cruciali ed ha fatto le scelte dei giocatori e degli allenatori; lui ha superato giornate difficili (e posso personalmente garantire ce ne sono state tante!); lui ha garantito una gestione economica oculata (a volte, presidente, fin troppo, magari ogni tanto dovrebbe allungare un po’ il braccino!) ricercando gli sponsor ed i finanziamenti necessari; a lui quindi il merito se l’Amatori è tornata ad essere una delle squadre di hockey a rotelle più forti d’Europa, riappropriandosi del ruolo che le compete.Lodi, non a caso, è stata definita la città dell’hockey ed il legame indissolubile che lega questa disciplina agonistica alla storia ed alle tradizioni più consolidate della nostra gente era palpabile martedi 22 novembre al Palacastellotti con più di 2000 persone in fantastica esaltazione per la conquista della Coppa Italia: uno spettacolo unico ed indimenticabile, una vera festa dello sport!Un ulteriore ringraziamento che ritengo sia dovuto al presidente D’Attanasio è legato al fatto di avere creato i presupposti per la realizzazione di un monumento unico in Italia dedicato all’hockey; a parte alcune sterili, inevitabili contestazioni da parte di chi ha sempre e, a prescindere, voglia di essere “bastian cuntrari”, il posizionamento del monumento dell’hockeista sul piazzale della Stazione ferroviaria rappresenta il saluto di benvenuto a chi arriva nelle nostra città e rende subito chiaro il concetto che a Lodi l’hockey non è uno sport minore bensì lo Sport con la esse maiuscola che in questi 50 anni ha appassionato ed unito intere generazioni.Per tutto questo, grazie Fulvio e forza Amatori!
© RIPRODUZIONE RISERVATA