I gay, i figli, la famiglia e il futuro

Giorni di presentazione delle “liste” per le elezioni politiche nazionali (e regionali): lo sguardo si volge naturalmente ai nomi elencati. In evidenza, da parte dei media, i nomi delle persone che si sono espressamente dichiarate omosessuali o che appartengono a organismi gay.Faccio fatica a capire questa particolare attenzione con l’accettazione in lista di un gran numero di tali persone. E la prima domanda che mi viene spontanea è questa: gli omosessuali non sono persone come le altre? Il motivo delle particolari sottolineature?Un’altra domanda segue subito: c’è qualche rilevazione statistica che faccia conoscere quante sono le persone che “si dichiarano”, e quante quelle che “sono” omosessuali? Un conto é l’essere e un conto é il dirsi. Nella mia ormai lunga vita , già tanti anni fa ho conosciuto “padri di una figliolanza” che si dicevano omosessuali.In che senso? Difficile a dirsi!Ancora più forte l’interrogativo sulla composizione delle liste con l’inserimento di noti soggetti gay. Molto probabilmente la risposta è da trovare in un progetto non tanto di successo elettorale ma di realizzazione di una legge, che porti l’Italia alla pari delle numerose nazioni europee, che hanno consentito tali unioni, equiparandole ai matrimoni tra uomo e donna; con la possibilità di adozioni, di fecondazioni assistite, e persino di… “clonazioni”…?Venerdì 11 gennaio la Corte di Cassazione, ha emesso una sentenza secondo la quale è del tutto legittimo l’affido del bimbo non al padre ma alla madre che vive in coppia gay. Il giudizio specifico sul caso non è possibile perché mancano gli elementi per valutarlo appieno. Sconvolge invece la motivazione: “non ci sono certezze scientifiche o dati di esperienza ma è mero pregiudizio che sia dannoso per l’equilibrato sviluppo del bambino il fatto di vivere in una coppia gay”.Un’affermazione contraddetta dagli studi e dalle ricerche in atto (in Usa specialmente) e dal fatto che l’opera educativa, da sempre e secondo natura, richiede per il meglio del bambino l’opera del buon papà e della buona mamma.Sia consentito alla fine tornare sulla situazione e sull’andamento demografico del nostro Paese. Non è esagerato dire che si può qualificare come un “suicidio collettivo”. Nascite sempre più in calo. Morti in maggior numero sui nati. Rapido invecchiamento della popolazione italiana, con tutti gli enormi problemi sociali, economici, sanitari, assistenziali che il fatto comporta. Tutti, ma specialmente il governo , il parlamento, la classe politica con gli occhi operti sulla realtà e con l’obiettivo del “bene comune”, dovrebbero considerare questo problema come il primo, il più grave, sopra tutti gli altri: e indicare robuste linee di intervento! Se non mi sbaglio, Putin in Russia l’ha affrontato e ha preso la decisione di far avere alle mamme per il sostegno al secondo figlio 10.000 euro e per il terzo figlio 12.000 euro… In Italia l’aiuto alle famiglie con figli sembra una chimera.La Chiesa da sempre ha sollevato gli interrogativi sulle unioni omosessuali equiparate ai matrimoni. Per un suo interesse religioso? Anche. Ma è da miopi non vedere che l’interesse è soprattutto dell’Italia (e dell’Europa). Con una prospettiva demografica come l’attuale il destino è l’autodistruzione!...Non della Chiesa, che “ha figli” anche in continenti ove la fecondità è positiva, ma di quelle società ove sembra che si voglia giocare sul matrimonio, sulla genitorialità (genitore numero uno, genitore numero due, invece di papà e mamma), sui metodi di trasmissione della vita, sulla sessualità… Ancora una volta il relativismo etico, scambiato come via di progresso civile, sta producendo mali gravissimi per la cui cura si richiede il coraggio della verità e la forza di andar contro la mentalità e gli atteggiamenti socio-culturali dominanti. È concreta una tale speranza?

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