Quando ci si trova in mezzo ad una situazione sociale, economica, culturale difficile molti credono di non avere il potere di cambiare. Si diffonde nella gente comune un sentimento di impotenza a sperimentare altre forme di organizzazione della società, anzi anche solo a pensarle. Generalmente questa resa incondizionata di fronte a problemi e situazioni che ci appaiono più grandi di noi si traduce semplicemente nella speranza che la crisi passi da sola, senza che io possa o debba fare nulla. Nella realtà ciascuno di noi, probabilmente senza saperlo, detiene una quota di potere effettivo che può essere esercitata purché con lucidità e determinazione si associ allo stesso potere di molti altri cittadini.A partire dallo stesso contesto territoriale di appartenenza questa unità, se si realizza, consente di sviluppare una cultura etico-civile condivisa, di generare una risposta democratica al diritto di partecipazione dei cittadini, di realizzare una socialità di respiro comunitario e una vera cittadinanza attiva. L’energia che è necessaria per generare questo movimento sta in una fiducia fondamentale: quella di un futuro buono adeguato al valore della comunità nella quale siamo chiamati a vivere.Il lavoro che in questi anni un gruppo di persone riconducibili al Laboratorio di Impegno Civile ha portato avanti attraverso lo strumento degli “Stati Generali del Lodigiano” e del “Libro Bianco” ha avuto esattamente questo presupposto: la fede in un futuro buono per il Lodigiano. La situazione sta cambiando velocemente e oggi non sappiamo cosa ne sarà di questo territorio e, per effetto delle scelte che verranno fatte, come sarà tra cinque, dieci o vent’anni.È tutta sulle nostre spalle, di noi lodigiani intendo dire, la responsabilità di ciò che accadrà nel bene e nel male. Dipenderà dalla nostra capacità di essere uniti, di remare tutti nella stessa direzione avendo ben chiara la straordinaria importanza delle decisioni da prendere, ma soprattutto avendo valutato fino in fondo i pro e i contro di ogni scelta che abbiamo davanti. Devo dire che a tutt’oggi non mi sembra che, considerando la portata della posta in gioco, si sia fatto abbastanza per poter dire di possedere elementi sufficienti e definitivi per operare una scelta.Ora i cittadini lodigiani hanno a disposizione lo strumento che mancava: l’Assemblea del Lodigiano. Oggi possiamo finalmente dire che anche noi possiamo far sentire la nostra voce ed essere protagonisti, insieme agli altri attori pubblici e privati, del futuro del nostro territorio. E’ una responsabilità importante quella che ci prendiamo ma la maturità di un territorio la si misura anche dalla capacità dei cittadini di organizzarsi per concorrere a dare le risposte giuste nel momento giusto. Questo, lo sappiamo, è il tempo delle scelte ed è anche il tempo opportuno perché chi ama questa terra non si tiri indietro. L’Assemblea è di tutti e chi vuole essere della partita faccia un passo avanti.
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