Il Lodigiano, l’Expo e il futuro

L’atteso arrivo di Expo è l’occasione giusta per qualche valutazione sul modo in cui la città di Lodi e il territorio lodigiano nel suo complesso si presentano a questo appuntamento e sulle prospettive che esso apre.

Il percorso che ci ha condotto verso Expo non è stato, per la nostra realtà, tra i più semplici; il Lodigiano è un territorio che la crisi ha segnato profondamente, evidenziando al tempo stesso una debolezza strutturale del sistema economico-produttivo, delle infrastrutture e dei servizi che ha prodotto una situazione di grande sofferenza. Come già in altre occasioni ho avuto modo di affermare, siamo chiamati ad un cambio di passo per gestire con dinamismo e proiettare all’esterno i valori che pure il nostro contesto esprime, senza però poter contare su abbondanza di risorse e di

investimenti per una adeguata promozione e diffusione tra il pubblico e gli operatori di settore. E’ evidente la necessità di giocare questa partita con intelligenza, realismo e sguardo di prospettiva, e neanche la sfida Expo si sottrae a queste condizioni. Credo che tra le realtà di area lombarda e contigue ad essa, Lodi sia tra quelle che affrontano questa sfida con i rischi maggiori. Di fronte ad un evento di portata planetaria, nell’ambito del quale il successo di ciò che si realizza si misurerà nella capacità di attrarre visitatori e investitori che vengono dal di fuori, in gran parte stranieri e di aree geografiche molto distanti dalla nostra, è evidente la sproporzione, come potenziale attrattività, tra il nostro contesto e quello, di ben maggiore fama e potenzialità, di realtà come quelle di Milano o Torino, di Brescia o Bergamo, dei laghi lombardi o della laguna veneta, o di città d’arte di notorietà mondiale come Mantova o Verona. E’ chiaro quindi anche il rischio di non avere un ritorno adeguato per tutto quanto viene investito per promuovere l’evento a livello della nostra realtà locale.

Intelligenza, realismo e sguardo di prospettiva sono quindi state le tre modalità direi obbligate di affronto e preparazione dell’appuntamento Expo. E sono le vere risorse che, ancor più dei non tanti fondi che l’evento ha permesso di avere a disposizione, ci possono consentire di cogliere le numerose opportunità che Lodi e il lodigiano offrono e di giocarle nella sfida. Intelligenza nella capacità di proporre, di valorizzare, di far conoscere e di far fruire valori ambientali, presenze culturali e realtà economico-produttive che caratterizzano l’intero territorio e ne segnano significativamente la condizione, dai percorsi cicloturistici alla scoperta del paesaggio rurale di pianura ai valori ambientali del parco Adda e delle zone golenali del Po, dal centro storico-gioiello di Lodi alle realtà museali diffuse nel territorio, al patrimonio di abbazie, castelli, santuari e cascine che lo punteggiano, dalle attività di ricerca scientifica del Parco Tecnologico Padano a quell’agricoltura d’eccellenza lodigiana che dovrebbe essere uno dei nostri fiori all’occhiello. Realismo nel dimensionare le risorse investite non solo all’entità delle disponibilità, ma anche e soprattutto alle ragionevoli aspettative di ritorno che si possono sperare di avere nell’ambito della manifestazione, con la scelta di puntare soprattutto sulla qualità, sulle sinergie e sul coinvolgimento di quelle realtà diversificate (istituzionali, imprenditoriali, scientifiche, associative, ecc.) che caratterizzano l’operosità e lo spirito collettivo dell’intero territorio. Lungimiranza infine nel puntare a realizzazioni ed eventi che possano generare valore anche al di là di Expo, che possano aumentare anche in prospettiva l’offerta di bellezze, di prodotti e servizi, e in genere l’attrattività del nostro territorio. Ma lungimiranza anche nella scelta di puntare non tanto su un improbabile afflusso di grandi masse di visitatori, ma sulle occasioni che dalla manifestazione possono venire di proporre all’attenzione e rendere conoscibili quelle presenze e realtà che, singolarmente prese, possono sembrare inincidenti, ma che integrate, messe in rete e aiutate ad inserirsi nei circuiti giusti possono dare consistenza ad una offerta complessiva di prodotti e servizi di assoluto rilievo; mi riferisco ad esempio alle grandi potenzialità del settore enogastronomico ed agrituristico, alla qualità delle produzioni agroalimentari che sono in grado di offrire le nostre aziende agricole e di trasformazione, alle spesso piccole, ma singolari raccolte di interesse storico-artistico ed etnografico, alla varietà di presenze interessanti e originali nel settore delle produzioni artigianali e manifatturiere che il territorio presenta e che possono con tranquillità essere spese come ambito di possibile interesse per specifici operatori di settore.

Expo è una occasione per tutti, quindi anche per il Lodigiano; è sicuramente una occasione per la valorizzazione di risorse e valori presenti, così come per intrecciare relazioni destinate a durare anche oltre l’evento. Per il nostro territorio è in aggiunta anche uno stimolo e una importante sfida sul piano organizzativo e della verifica di una adeguata cultura dell’impresa e dello sviluppo, della capacità di fare squadra, di discernere e promuovere le nostre vere vocazioni e i nostri valori.

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