La metà degli analfabeti? In Cina e India

Il 47% degli analfabeti di tutto il mondo, coloro cioè che non hanno un’istruzione di base - stimati in oltre 775 milioni, senza contare i bambini che frequentano la scuola con irregolarità o l’hanno abbandonata - vive in India e in Cina. Il fenomeno, esteso nell’intero continente asiatico, soprattutto nella parte meridionale ed occidentale, è causato da una serie di ragioni: l’abbandono scolastico, determinato dalla necessità delle famiglie di mettere presto al lavoro i propri figli, che devono concorrere al loro sostentamento; la non gratuità dell’istruzione in molti Paesi; la distanza con le strutture scolastiche e la loro mancanza in molti luoghi; la scarsità degli insegnanti, i pregiudizi culturali. Questo stato di cose, si riverbera in modo particolare sulle bambine: se tra i ragazzi il livello di alfabetizzazione è del 51%, il tasso di scolarizzazione delle ragazze tra 15 e 24 anni è solo del 18%. Privare un bambino dell’educazione primaria, significa negargli gli strumenti che gli possono consentire di coltivare l’importanza fondamentale, per la sua vita, dell’educazione e della cultura.Per queste ragioni, combattere l’analfabetismo, restituire all’impegno scolastico il maggior numero di bambini e consentire loro, da adolescenti e poi da adulti, di immettersi nel mercato difficile della globalizzazione, dovrebbe essere un impegno prioritario delle Istituzioni internazionali. Quest’obiettivo, che è anche sancito nelle Dichiarazioni del Millennio proclamate dalle Nazioni Unite nel 2000, è perseguito esemplarmente dall’opera missionaria ed anche da alcune organizzazioni private. Come quella che fa capo ad un imprenditore cattolico di Mumbai, in India, Rajesh Athaide, che ha creato la St. Angelo’s Professional Education: da vent’anni, fornisce corsi e borse di studio ai giovani che vogliono affermarsi nel campo tecnologico e informatico. Come riconoscimento del suo contributo al mondo dell’educazione in questo campo di lavoro, l’India Leadership Conclave & Indian Affairs ha conferito di recente ad Athaide - lo riferisce Asia News - il premio di “Riformatore sociale” dell’anno. Creata nel 1993, in questi anni l’organizzazione ha aiutato oltre 300mila studenti a prendere diplomi in informatica, per entrare nel mondo del lavoro.Nello scorso mese di gennaio, il cardinale Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai, inaugurando Entreprenet 2012, un convegno mondiale di professionisti e imprenditori cristiani, affermò: “Per un imprenditore cristiano, ricercare eccellenza e successo è essenziale, ma questo deve essere accompagnato dalla necessità di servire la società e la nazione”. Aggiunse l’esortazione agli imprenditori cristiani di “prendersi cura dei poveri e degli emarginati della società, per sostenere l’etica negli affari”. Un auspicio in linea con quanto nel lontano 1982, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alfabetizzazione, dichiarò Giovanni Paolo II, richiamando il valore dell’alfabetizzazione nel moderno mondo tecnologico “nel quale, per sopravvivere e veder rispettati i propri diritti, bisogna saper leggere e scrivere”, Giovanni Paolo II sottolineò come, a livello più profondo, l’alfabetizzazione sia l’appellativo principale dell’educazione e della cultura. “Oggi, essa fa parte, come tappa iniziale - affermò il Papa - di tutto il processo di risveglio della personalità umana nei suoi rapporti con gli altri. Permette inoltre di sviluppare le disposizioni dello spirito e dell’anima, e la riflessione che ogni uomo è chiamato a fare sul senso della propria vita e sul proprio destino trascendente. Bisogna dunque augurarsi che non sia più considerata solo come un tipo di assistenza per emarginati, ma come un naturale dovere di giustizia”.

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