La politica riparta dagli ultimi

Come si concluderanno queste elezioni, in cui tutti fanno passi indietro o in avanti, scendono o salgono su un carro o sull’altro? Una tragicommedia. L’unica cosa in cui ancora si spera è una nuova via coraggiosa verso un cambiamento radicale, che metta al primo posto i problemi del lavoro e dell’equità sociale, perché è insostenibile che si perpetui un Paese a due velocità: quella di coloro che sopravvivono, e quella di coloro che stanno affogando, cioè quelli che stanno pagando la crisi sulla loro pelle. I programmi e i progetti dei partiti o di quanti altri si mettono in gioco per il bene del Paese, o saranno rivoluzionari in questo senso, o saranno la solita aria fritta, che prima o poi si consoliderà in gesti pesanti.Vorrei, approfittando della possibilità di dialogare che il Cittadino ha sempre offerto, fare a voce alta alcune considerazioni: la prima sugli interventi recenti dei Vescovi, l’altra su un’intervista del 1993 lasciata dal compianto Giuseppe Dossetti, dapprima politico laico, uno dei padri della Costituzione, e successivamente sacerdote.Il cardinal Bertone ha spronato il mondo politico, soprattutto coloro che sono impegnati nella sfera sociale e politica a fare un buon proposito: “non basta parlare, non basta fare promesse, non basta nemmeno proferire denunce sulle stridenti ingiustizie se invece non c’è una presa di coscienza più viva sulle proprie responsabilità e se non c’è accanto a questa responsabilità la volontà di fare e di fare il bene comune”. Raccomandazione saggia, persino rispettosa della neutralità della gerarchia: ce la saremmo aspettata anche un paio di decenni fa. Inutile ora piangere sul latte versato.Il Cardinal Bagnasco, invece, fa un intervento più elaborato, e mi sembra che, da pastore, parli a due “categorie” diverse di fedeli: quella che ancora non è abituata a fare discernimento in proprio e ancora chiede lumi ai vescovi su chi si deve votare, e un’altra categoria, quella che invece ha già da tempo fatto tesoro degli insegnamenti del Concilio e sa che la responsabilità delle scelte in politica è qualcosa che tocca la propria coscienza, che si sente pertanto naturalmente protagonista, senza chiedere puntelli ai vescovi. E poi, diciamocelo fuori dai denti: quanti fedeli oggi vorrebbero che fossero i vescovi a suggerire scelte socio/politiche, e persino etiche, stante il relativismo dominante ovunque? La DC è chiusa da tempo; la storia giudicherà. Mentre il Presidente della CEI esprime un gradimento per la strada che Mario Monti ha proposto, e lo affida alla riflessione seria e onesta di tutti, -ma ciò vale semmai per la prima “categoria di fedeli”-, alla seconda categoria invece offre parole che suonano come il riconoscimento della libertà individuale, come si attinge proprio dal Concilio: “secondo le scelte di ciascuno”, e, dice ancora: “tutti quanti, se vorranno, nel mondo politico e nella gente, potranno misurarsi su queste proposte concrete”.“Se vorranno”, e “potranno”, sono esternazioni importanti perchè riconoscono nel discernimento di ciascun fedele il diritto/dovere di agire secondo coscienza responsabile, perché quello politico è un campo prettamente laico. Mi pare che così sia stata salvata l’autonomia delle realtà terrene di cui la politica è una parte importante, e si sia fatto salvo il riconoscimento della capacità dei laici di scegliere senza vincoli dell’autorità ecclesiastica, il cui compito di illuminare le coscienze è già un grave compito.Forse la grande stampa questo aspetto l’ha trascurato, limitandosi a giudicare l’intervento in sé.Su Giuseppe Dossetti, invece, vorrei ricordare alcune sue affermazioni rilasciate quando era già da tempo consacrato sacerdote, e in un momento nel quale tangentopoli aveva segnato anche su di Lui l’ improcrastinabile necessità di un cambio di classe politica.Secondo Dossetti la politica non corrisponde ad una vocazione: se tutti dobbiamo in qualche modo ragionare ed agire politicamente, non a tutti è doveroso e conveniente “buttarsi” in politica, anche se si pensa di essere mossi da nobili chiamate. Dossetti infatti, mentre era ancora laico, venne “pescato” per dare una mano alla politica, e diventò uno dei padri fondatori di quella “cosa più bella del mondo” che è la nostra Costituzione, come la definisce Benigni. Poi, quando sentì che di lui si poteva fare a meno, ritornò al suo lavoro precedente; successivamente si fece sacerdote.Secondo lui, quindi, se qualcuno si sente “vocato” dall’alto a fare politica, forse esagera. Dedicare qualche anno della propria vita è cosa buona, visto che la politica è una stupenda forma di carità, come la definiva Paolo VI. Dossetti riteneva che poi “interrompere” è una necessità fisiologica, altrimenti si prende tutto con una superficialità estrema, e allora si può vivere anche degli anni in politica, ma non si fa più politica. Da sant’uomo, come si spera che diventi, diceva all’intervistatore che gli chiedeva se avesse sofferto per aver lasciato un ruolo importante: “non mi è costato niente, non ho fatto nessun bel gesto, ho semplicemente continuato, al di là dell’episodio, la mia vita…..!!”.E ancora, quando negli ultimi suoi anni si presentavano a lui dei giovani che gli chiedevano cosa dovessero fare, diceva : “…non ho alcuna ricetta per tutti: guardo un po’ il volto, capisco se la sua è un’inclinazione proprio disinteressata….allora magari lo incoraggio; se vedo un pochino di ambizione allora sono più guardingo e, piuttosto, lo trattengo”.Non posso, e non oso parlare a nome suo, ma forse Dossetti oggi direbbe: “ ringrazio il Signore che a me non si presentano più corridori verso poltrone lasciate vuote, perché non mi sarebbe più sufficiente guardarli in volto…; la coscienza si è talmente fatta condizionare da alibi di buone intenzioni che ha cambiato anche i tratti del viso”.Sono certo, invece, che oggi Dossetti stia pregando per l’Italia intiera, per i politici in erba e per quelli “in tronco”, ad ogni livello geografico, affinchè abbiano il coraggio di “ripartire” veramente dagli ultimi, mettendoli al primo posto anche nei programmi elettorali. Scelta che non ho ancora trovato da nessuna parte, nemmeno da chi sventola vessilli cattolici!

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