Credo di interpretare il sentire comune nell’esprimere la mia tristezza e il mio sconforto per il brutale assassinio del carabiniere Giovanni Sali, ucciso sabato pomeriggio a Lodi a colpi di pistola. Credo sia impossibile non provare rabbia davanti alla prematura scomparsa di un padre, di uomo morto mentre faceva il suo lavoro, in una maniera tanto violenta e vigliacca.In questi giorni ho letto di tutto: articoli, interviste, commenti di lettori, ho visto i video reportage di Repubblica e ho seguito le pagine di Facebook di assessori, consiglieri comunali e cittadini. Ovunque rintraccio gli stessi sentimenti e vedo che, grazie a Dio, si resta umani. Tuttavia, forse perché da Lodi sono lontana e la distanza, si dice, regala lucidità, non posso non provare amarezza e preoccupazione per i pensieri e le reazioni di molti miei concittadini. Ho letto di tutto: che la Maddalena è il ghetto di Lodi, che gli stranieri (qui la terminologia è variegata, si usa stranieri ma anche extra-comunitari) la fanno da padrone, che la legge italiana, alla Maddalena, non entra proprio, che insomma questi stranieri-extracomunitari sono troppi e sono pericolosi. Criminalità per le strade e prepotenza, una colonia di non italiani con i coltelli affilati e tanta voglia di rubare e ammazzare. Riassumo, ecco, ma potrei citare: da un commento sul giornale locale Il Cittadino, si legge che “…la zona ovviamente non è tranquilla anzi direi che è molto pericolosa ed è ormai a completo appannaggio di extracomunitari che hanno stabilito le loro regole in barba alla gente perbene ...c’è da notare che siamo a Lodi, una cittadina che si vantava di essere una zona tranquilla ma a quanto pare non lo è più… qualcosa bisogna fare almeno per il rispetto del carabiniere ucciso!!”. E delle stesso tenore si rintracciano altre dichiarazioni, intervallate ogni tanto – devo dire – da interventi di lettori che si augurano semplicemente che il colpevole/i sia arrestato, di qualunque nazionalità sia. Posso solo immaginare l’atmosfera che si respira a Lodi, e in particolare nel quartiere della Maddalena: c’è chi dice che in fondo è sempre stata una zona tranquilla, chi coglie l’occasione per confermare che sì, c’è un problema di criminalità, c’è chi, forse ancora attonito, se ne sta zitto e attende di capire.Ecco, da qui, da lontano, mi fa male vedere la mia città che, a sangue appena versato, mette in pausa il lutto e passa direttamente a un’accusa indiscriminata, che prende di mira chi italiano non è, e certo neanche lodigiano. Mi fa male perché penso alle conseguenze. Perché penso che il ruolo di Giovanni Sali era quello di mantenere il rispetto delle regole e il rispetto reciproco, non quello di fomentare pregiudizi e tensioni. Ho paura dell’ignoranza di tanti miei concittadini. Ho paura delle strumentalizzazioni dei politici. Mi fanno orrore, ancora di più, quei giornali e quei giornalisti che dimenticano il peso del linguaggio: che si sentono in dovere di specificare che i due criminali fermati per una truffa al bancomat da Giovanni Sali, nel 2008, erano rumeni. Fossero stati inglesi o francesi, non sarebbe stato necessario menzionare la loro nazionalità.Insomma, la cosa più auspicabile sarebbe il silenzio. Nel rispetto di Giovanni Sali e della sua famiglia, nel rispetto di tutti gli stranieri che a Lodi lavorano onestamente. State zitti, per favore. Alzare i forconi è cosa da Medioevo: serviva solo a placare le folle e sterminare innocenti. Pensate a Giovanni, ricordatelo, piangete, portate fiori, abbassate le saracinesche.Ma state zitti.
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