Ci lamentiamo, giustamente!, della disoccupazione, del lavoro che manca; aumentano a dismisura le sollecitazioni della gente che invoca un lavoro, qualsiasi lavoro, pur di garantirsi un po’ di reddito. Poi tocchiamo con mano che il bando per l’occupazione, siglato dalle parti sociali con Provincia e Camera di Commercio con decorrenza 1° febbraio, avanza al rallentatore. Prevede un contributo di quattromila euro alle aziende nel caso di trasformazione di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Prevede anche una serie di borse lavoro, della durata di sei mesi, con contributo mensile di 600 euro versato alle aziende, le quali aggiungono di proprio 300 euro mensili: insomma, per sei mesi una persona lavora, percepisce 900 euro mensili e per l’azienda il costo complessivo semestrale è soltanto di 1800 euro.Non è possibile che questa proposta di minimo inserimento occupazionale, di fatto a costo zero per le aziende, senza vincoli normativi, in grado però di assicurare per sei mesi un poco di reddito, stia avanzando con il rallentatore!Dov’è finita la responsabilità sociale d’impresa? Che fine ha fatto la generosità dei lodigiani? Ma è davvero ridotta così al lumicino la solidarietà della nostra gente?Qui non si tratta di valutare se in una realtà imprenditoriale, piccola o media, c’è bisogno oppure no di un inserimento aggiuntivo alla forza lavoro presente: è un gesto che va fatto e basta! Non vi sono ragioni economiche e neppure organizzative che possano contrastare questo sforzo; al contrario, nel lodigiano sono presenti drammatiche ragioni di convivenza sociale in tante famiglie che ci obbligano a compiere la scelta! Con tanto rispetto, ci permettiamo di suggerire alle associazioni datoriali un più deciso impegno nei confronti delle Aziende loro associate: probabilmente solo un personale e diretto intervento speso al massimo livello associativo può smuovere tiepidezze ancora troppo presenti.Allo stesso modo ci sentiamo di sollecitare tutte le amministrazioni comunali, affinchè coinvolgano le aziende presenti sul loro territorio e le sensibilizzino fortemente a dare una risposta alle decine di persone che settimanalmente avvicinano il sindaco in cerca di un aiuto economico ed occupazionale. Deve scattare nel territorio un impegno a tappeto, nel quale ognuno gioca fino in fondo la propria responsabilità: non è più vero che si è impotenti, che nessuna prospettiva ci sta di fronte. Uno spiraglio esiste, minimo fin che si vuole ma esiste: bisogna attualizzarlo!Ci sentiamo di sollecitare anche i giovani e comunque tutte le persone disoccupate e senza reddito, affinchè a loro volta si facciano promotori dell’iniziativa candidandosi presso qualche piccola azienda a loro conosciuta. In questi tempi difficili occorre la massima disponibilità ed ogni occasione di lavoro e di rapporto deve essere accolta. Nutriamo grande fiducia nella positività delle relazioni umane: da cosa nasce cosa e magari anche da una tipologia di lavoro che è molto parziale possono derivare in seguito sviluppi molto più stabili e duraturi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA