Chi ha paura del biogas? Chi ha interesse a diffondere informazioni parziali e distorte per contrastare una fonte di energia alternativa, che porta sviluppo e lavoro sul territorio e che taglia, e non aggiunge, inquinamento ambientale? Questo ci chiediamo leggendo la lettera pubblicata lunedì sul «Cittadino» a firma del Coordinamento dei Comitato no biomasse e no biogas, che, facendo la guerra al biogas, rischia di lasciare spazio a modelli di produzione energetica realmente superati e impattanti. Ci sembra che i comitati, in buona fede, seguano ‘falsi profeti’ senza nessuna autorevolezza scientifica, che affrontino l’importante dibattito sui cambiamenti climatici e sulla sostenibilità in agricoltura individuando dei “nemici” da combattere, creando confusione e allarmando i cittadini. In questo modo le comunità non riescono a maturare una scelta consapevole su i pro e i contro delle diverse tecnologie rinnovabili e accettare quelle che rappresentano un occasione positiva di sviluppo economico, sociale ed ambientale. Sostenere che la produzione di energia elettrica e termica da biogas sia una fonte consistente di emissioni è errato. Il ciclo di produzione e combustione del biogas è virtuoso in termini ambientali: ha un bilancio complessivo di anidride carbonica (CO2) pari a zero. La CO2 generata dai cogeneratori dell’impianto, per altro trascurabile, è pari a quella sequestrata dall’attività agricola nel quale il biogas si integra e non si sostituisce. Non solo. In molti casi non si evidenzia che proprio la digestione anaerobica permette di evitare le emissioni generate dagli effluenti zootecnici. La produzione di energia rinnovabile dal biogas va a sostituire, inoltre, quella prodotta da fonti fossili, largamente più impattante. Secondo lo studio Althesys, il biogas in alternativa alle fonti fossili taglierà da qui al 2020 tra 50 e 70 milioni di tonnellate di CO2. Il traffico veicolare, il riscaldamento domestico, i camini delle abitazioni, le emissioni industriali, come attestano diffuse rilevazioni scientifiche, hanno un peso inquinante specifico molto più sensibile degli impianti di cogenerazione da biogas. Nel discutere di biogas, non si può non tenere conto del valore dei vantaggi sia ambientali che economici: il biogas è una fonte di energia rinnovabile al 100%, che riduce l’impatto ambientale dell’agricoltura abbassando l’impiego di concimi chimici, grazie al riuso del digestato, un ammendante naturale; si incrementando le rotazioni e il contenuto in sostanza organica dei terreni, aumentando la resa foto sintetica delle superfici agrarie. Le aziende acquistano competitività e, in un momento di crisi, viene salvaguardata la produzione alimentare e quella dei prodotti tipici. Nel lodigiano gli imprenditori agricoli hanno investito ingenti risorse per innovare la propria azienda e per cercare di differenziare la propria produzione in un momento di grande difficoltà per le produzioni tradizionali, contribuendo alla creazione di centinaia di posti di lavoro e sostenendo tutto l’indotto agricolo. Il biogas fatto bene fa bene a tutti, si inserisce nel contesto agricolo, non crea competizione con la produzione alimentare, produce calore, fertilizzanti naturali e biocarburanti, è in sintesi una grande risorsa per il Paese.
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