Mattarella a Piacenza: l’elogio della lentezza nell’era della velocità

La visita Il presidente della Repubblica alle porte del Lodigiano

«C’è una cosa che distingue in maniera insormontabile gli uomini dalle macchine: l’unicità. Le macchine saranno replicabili, uguali a se stesse sempre identiche, cambieranno come contenuto, ma sono replicabili. Ciò che distingue la mente umana è la sua irripetibilità. Per questo occorre difendere da parte di ciascuno questa unicità».

Lo ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lunedì, rispondendo alle quattro lettere che i ragazzi gli hanno indirizzato e letto a Piacenza, a Palazzo Gotico, a chiusura del Festival del Pensare Contemporaneo.

Il capo dello Stato ha avvertito anche su come le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale possano portare al rischio dell’omologazione, «basta pensare al conformismo dei social, a sms che tagliano espressività», ha aggiunto, sottolineando come sia necessario «difendere l’unicità della mente umana». «Le app che accompagnano la nostra giornata forniscono grandi opportunità, ma si rischia di essere incapsulati, di essere passivi rispetto a quello che ci viene proposto e di intorpidire il pensiero» ha detto; quindi ha invitato i ragazzi a «pensare a costruire il futuro, a pensare in proprio», richiamando «l’elogio della lentezza» che è «fondamentale in quella che è la società della velocità». «Non c’è mai tempo per la noia e le pause, persino in vacanza ci sono ritmi frenetici che ne stravolgono senso e finalità», ha concluso.

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