Noi vogliamo coltivare prodotti Ogm

Ci troviamo alle soglie di un’altra importante decisione che dovrà essere assunta dal Parlamento Europeo in ambito agro-alimentare e che costringerà anche il nostro Paese a prendere una direzione ben precisa.

Bruxelles, infatti, sarà chiamata a breve ad esprimersi sulla proposta elaborata dalla Commissione Europea se lasciare ai singoli stati la possibilità o meno di importare prodotti geneticamente modificati ,

Ricordo che solo venerdì scorso la comunità europea ha autorizzato l’import di 17 nuovi prodotti Ogm !

Come già avvenuto per la possibilità di coltivare o meno Ogm nella Comunità Europea, l’indirizzo che sembra prevalere è quello di lasciare ad ogni Stato membro la decisione ultima se importare o meno da Paesi terzi prodotti Ogm, con l’evidente conseguenza relativa al loro possibile

utilizzo diretto o nella catena produttiva agro-alimentare.

Se dovesse passare in Palamento questa linea, il nostro Paese – che ha già rifiutato ufficialmente la possibilità di coltivare prodotti Ogm – dovrebbe, conseguentemente e coerentemente con questa scelta, dettata da motivazioni di sicurezza e cautela, opporsi fermamente alla possibilità di importare prodotti Ogm e tutti quegli alimenti che nella loro filiera abbiano utilizzato prodotti geneticamente modificati: in particolare, formaggi e carni.

Oggi come oggi, però, buona parte dei prodotti che giungono dall’estero sulle nostre tavole contengono o derivano da organismi geneticamente modificati.

Non solo; molti prodotti Ogm importati dall’estero entrano nella stessa catena produttiva di alcune delle nostre eccellenze agro-alimentari più apprezzate nel mondo, pensiamo al grana o al prosciutto di Parma .

Se il nostro Paese dovesse impedire l’importazione di Ogm, cosa accadrebbe allora di queste nostre eccellenze?

Dovremo ridimensionarle, limitando la nostra produzione?

Si tratta di quesiti fondamentali che finiranno con l’influire in maniera determinante sul futuro di uno dei settori – quello agro-alimentare – che contribuisce in maniera significativa all’economia e all’export italiano nel mondo ed al ‘brand’ Made in Italy.

Possiamo permetterci in questo momento così delicato per la nostra economia decisioni che potrebbero penalizzarci irrimediabilmente?

O non sarebbe meglio – a questo punto – rivedere le decisioni che sono state assunte in maniera forse troppo condizionata da preconcetti ingiustificati nei confronti delle ricerca scientifica applicata all’agro-alimentare, consentendo anche al nostro Paese di coltivare e continuare ad utilizzare prodotti Ogm?

Una cosa è certa: da quanto deciderà il Parlamento Europeo e, di conseguenza, il nostro Paese in merito alla possibilità di importare prodotti Ogm dipenderà il futuro dell’intero settore agro-alimentare italiano.

Ma a questo punto viene spontanea anche altre domande: quanti prodotti vanto del Made in Italy potrebbero avvantaggiarsi da una ricerca genetica italiana, che non si occupa solo di organismi geneticamente modificati?

Quanti prodotti fitofarmaci potrebbero essere risparmiati grazie alla ricerca scientificati applicata in agricoltura?

Quanto potremmo rendere ancora più sostenibile la nostra agricoltura grazie ad un utilizzo più sapiente dell’acqua e dei concimi, selezionando specie vegetali che meglio si adattano a tanti terreni difficili o marginali che abbiamo ancora anche in Italia?

Che questa decisione, allora, non sia presa con superficialità!

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