Omicidio, il 55enne respinge le accuse

Caso Bianco, gli avvocati chiedono subito la scarcerazione

Allo stato di quanto finora la procura della Repubblica ha reso noto all'indagato, si tratta di un procedimento indiziario: solo questo trapela da fonti vicine alla difesa di C.B., il 55enne di San Giuliano Milanese sottoposto a fermo sabato, su richiesta del procuratore di Lodi Armando Spataro, in relazione alla morte della sua ex compagna Antonia Bianco, 43 anni. La donna, milanese e madre di tre figli, l’ultimo dall'uomo ora sospettato per la sua morte, era stata soccorsa nella serata del 13 febbraio in via Turati, a San Giuliano Milanese, per un malore. Morta poco dopo in ospedale a San Donato, solo dopo due accertamenti autoptici era emersa una piccola lesione nella zona del cuore, con un taglio di un meno di un centimetro in zona ascellare. Da qui l’ipotesi di un omicidio volontario, il sospetto che poco prima la donna avesse litigato con l’ex compagno, da lei già denunciato in precedenza alcune volte, e, dopo una serie di apparenti incongruenze nelle “sommarie informazioni testimoniali” raccolte dai carabinieri tra persone vicine al 55enne, la richiesta del fermo poi disposto dal gip Andrea Pirola. Che ieri ha interrogato il 55enne in carcere a Lodi e che oggi deciderà se è necessaria per lui una misura cautelare. L’avvocato Paola Bellani di Milano, che difende C.B. assieme a Gianluca Perricone, si limita a confermare che l'uomo si è difeso. Ma le indagini non sono concluse e che l'arma del delitto possa essere stato un piccolo coltellino - portachiavi, come era trapelato nelle scorse ore dagli investigatori, potrebbe non essere scontato. «Non mi sembra certo l'arma più compatibile con la ferita profonda e sottile descritta dalle cronache - riflette a margine della vicenda il medico legale Stefano Buzzi -, anche se in generale si possono verificare lesioni cardiache letali causate con strumenti appuntiti e tali da non provocare sanguinamento esterno».

Dalla procura, che ha visto impegnati nell’inchiesta anche i pm Giampaolo Melchionna e Stefania Di Tullio, si mantiene per ora il più stretto riserbo. I difensori hanno subito chiesto al gip la scarcerazione.

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