Pechino attacca Google

“Quando il vento cambierà Google sarà sacrificato alla politica e sarà espulso dal mercato”, una minaccia neppure troppo velata che da Mountain View non possono permettersi di sottovalutare dato che a farla è il “People’s Daily”, organo di stampa del Partito Comunista Cinese. L’articolo in questione, pubblicato dal quotidiano di Pechino, fa seguito ad una nuova polemica innescata dall’ennesimo attacco subito da BigG ad opera, secondo Google, di hackers al soldo del regime cinese. Tutto ha inizio una decina di giorni fa, quando Google rende pubblico che gli account Gmail di funzionari del Governo degli Stati Uniti, attivisti politici cinesi, burocrati delle nazioni asiatiche e soprattutto della Corea del Sud, personale militare e giornalisti sono stati violati. I pirati informatici che hanno sferrato l’attacco hanno tentato di accedere ai messaggi inviati da centinaia di utenti e tutto, secondo gli esperti di Mountain View, è partito da Jinan, la capitale dello Shandong, in Cina. Nessuna accusa esplicita al governo di Pechino, ma a tutti è chiara da subito l’origine dell’offensiva: Jinan è la sede di uno dei sei grandi centri informatici nazionali delle Forze Armate cinesi incaricati di effettuare riconoscimenti tecnici sui flussi internet provenienti dall’estero. A Jinan, inoltre, si trova la “Lanxiang vocational school”, un’accademia dove vengono reclutati dall’esercito giovani talenti del software, che era già stata al centro di polemiche poco più di un anno fa per un altro attacco informatico subito da Google (dal quale ne era nata una battaglia geo-politica tra i governi delle due superpotenze). Le Autorità oltre Muraglia rispondono piccate che si tratta di “un fatto inaccettabile”, sostenendo che le accuse rivolte “sono del tutto infondate e sono state costruite con un secondo fine”. L’attacco, però, è più grave di quello che sembrava nei primi giorni, a rivelarlo è Trend Micro (software house specializzata in sicurezza informatica) che ha spiegato che anche i servizi Hotmail di Microsoft e la posta elettronica di Yahoo! sono stati colpiti nel sofisticato attacco di phishing. L’episodio si fa più serio e ancora una volta il governo Usa si schiera al fianco del motore di ricerca e delle altre società colpite. La responsabile della politica estera a stelle e strisce, Hilary Clinton, ha dichiarato che le accuse mosse da BigG contro Pechino “sono molto gravi, pur se andranno provate”, aggiungendo che gli Stati Uniti sono “molto preoccupati dalla rivelazione di una campagna che Google ritiene originata in Cina per carpire le password di persone che possiedono un account Gmail”. Decisamente più dura la reazione del segretario statunitense alla Difesa: Robert Gates ha avvisato che qualsiasi attacco alle infrastrutture informatiche verrà considerato un atto di guerra e, come tale, sarà affrontato con la forza militare. A rispondere per Pechino, ci ha pensato il “People’s Daily”.

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