Qual è il grado di benessere di cui l’infanzia può godere nei paesi avanzati? È un fattore consolidato in ogni paese, o vi sono differenze sensibili? A queste domande risponde un rapporto (undicesimo della serie Report Card) pubblicato in aprile dal Centro di ricerca Innocenti (Irc) dell’Unicef. Secondo il rapporto, i Paesi Bassi e quattro paesi nordici (Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia) sono ai primi posti nella classifica sul benessere dei bambini; mentre quattro paesi dell’Europa meridionale (Grecia, Italia, Portogallo e Spagna) si trovano nella metà inferiore della classifica. Nella classifica complessiva, costruita in riferimento ai valori medi registrati in cinque diverse aree di indagine, l’Italia occupa il 22° posto (su 29paesi): prima si collocano Spagna, Ungheria e Polonia, subito dopo Estonia, Slovacchia e Grecia. Una posizione inaspettata, la nostra, per un paese che fa parte del G8 e rivendica ruolo di potenza industriale, continentale e globale.Eppure, scomponendo i dati relativi alle cinque dimensioni del benessere misurate dal rapporto, l’Italia si posiziona quasi sempre nella metà inferiore della graduatoria relativa: 23a per benessere materiale, 17a per salute e sicurezza, 25a quanto a istruzione, 10a per comportamenti e rischi, 21a per condizioni abitative e ambientali.Insieme ad altri paesi sud-europei (Portogallo, Grecia e Spagna), l’Italia si trova nella terza fascia (la più bassa) della classifica sulla povertà infantile relativa, con il 17%dei minori italiani che vivono sotto la soglia di povertà (pari a circa 1.750.000 ragazzi). In particolare, in Italia i bambini poveri sono sotto la soglia di povertà di ben il 31%: uno dei più ampi divari tra i paesi industrializzati. L’Italia ha anche il più alto tasso di Neet (Not in Education, Employment or Training) di tutti i paesi industrializzati, dopo la Spagna: l’11%dei giovani non lavorano, non sono iscritti a scuola e non frequentano corsi di formazione. In positivo, in Italia si registra la riduzione del fenomeno del bullismo (-60% dall’inizio degli anni 2000 a oggi), tanto che il nostro è il paese industrializzato che registra il minor tasso di bambini che dichiarano di avere subito atti del genere (11%). In compenso, i nostri minori sono esposti a uno dei livelli più elevati di inquinamento atmosferico tra tutti i paesi industrializzati (26° posto). E un record negativo riguarda anche la percentuale di minori che svolgono quotidianamente esercizio fisico (meno di 1 su 10). L’Italia è al quart’ultimo posto anche per le gravidanze in età adolescenziale, essendosi ridotto il tasso di fertilità tra le adolescenti di un terzo nel corso degli anni 2000. Da rilevare anche il più basso tasso di mortalità infantile tra i paesi dell’Europa meridionale (e il 9° posto nella graduatoria complessiva). I giovanissimi italiani risultano sobri nel bere (4° tasso più basso nell’abuso di alcolici), ma fumano molto (22° posto per il tasso di fumo tra adolescenti). Inoltre gli studenti italiani sono solo al 24° posto per il rendimento scolastico (test Pisa: letteratura, matematica e scienze), nonostante il miglioramento (+10%) registrato rispetto al 2000. L’indagine Unicef conferma peraltro l’eccellenza della nostra scuola per l’infanzia, con il 6° tasso più alto di iscrizione prescolare, e allo stesso tempo le difficoltà nell’istruzione superiore (22° posto per tasso di iscrizione alle secondarie superiori).Quando sono i bambini stessi a valutare la propria qualità di vita, l’Italia risale dal 22°al 15°posto. Nel primo decennio 2000 l’Italia ha dimezzato – portandolo al 13% – il tasso di bambini che dichiara di vivere in famiglie con ricchezza limitata: 20° posto nella graduatoria complessiva. L’Italia si classifica al 20° posto anche nell’auto-valutazione dei bambini rispetto ai propri rapporti con genitori e compagni di scuola: il 68,5% del campione ritiene che i compagni di classe siano gentili e disponibili (14° posto), mentre il 79,7% non ha difficoltà a parlare con la madre (21° posto) e il 59,9% con il padre (25° posto).
© RIPRODUZIONE RISERVATA