Si parla spesso della Bbc come di un modello da imitare. Se ne studiano gli statuti e si cerca di capire come applicarli alle altre tv pubbliche nel mondo. La vera differenza però è culturale, non è normativa. Ne è una buona dimostrazione l’episodio della scorsa settimana che ha portato alla sospensione di una delle trasmissioni televisive più viste nel mondo. Si tratta di “Top Gear”, un format irriverente che dal 1997 parla di automobili. Il suo conduttore, Jeremy Clarkson, è stato momentaneamente sospeso a causa di una rissa. Alla fine di una giornata di lavoro è tornato in camerino e non ha trovato la cena pronta. Infuriato si è scagliato contro un funzionario della produzione e, secondo quanto riportato dai tabloid inglesi, gli avrebbe sferrato un pugno. La direzione della Bbc ha così deciso di sospendere il programma. La notizia non meriterebbe più di due righe in cronaca se non fosse per i numeri da capogiro. Domenica scorsa, per la prima volta da anni, il programma non è andato in onda. Al suo posto la Bbc ha programmato uno speciale dedicato alla pattuglia aerea acrobatica nazionale (l’equivalente inglese delle Frecce Tricolori) e ha registrato un ascolto di poco più di un milione di spettatori. La settimana prima, “Top Gear” aveva incollato allo schermo più di cinque milioni di inglesi. La trasmissione è una delle più famose e seguite al mondo. Nessun format della Bbc ha mai ottenuto un tale successo internazionale. Ritrasmessa in centinaia di Paesi, si calcola che abbia un pubblico mondiale di circa 350 milioni di spettatori. Esistono anche due versioni “country custom” negli Usa e in Australia. Il vero valore aggiunto della trasmissione è nel mix esplosivo delle produzioni esagerate di ogni singola puntata (gare fra una “muscle car” e i caccia della Raf, spedizioni automobilistiche nelle zone più estreme del mondo, eccetera), i veicoli più costosi del mondo e il piglio irriverente e scanzonato dei tre conduttori.Clarkson, per età e carisma televisivo personale, è la vera immagine di questo incredibile format televisivo. Gli altri due conduttori, James May e Richard Hammond, si sono subito rifiutati di andare in onda senza di lui. I suoi ammiratori, in pochi giorni, hanno raccolto un milione di firme per riportarlo in video e con un carrarmato (una metafora delle invenzioni produttive sempre sopra le righe della trasmissione) sono andati nel centro di Londra per consegnarle alla direzione della Bbc. L’hashtag #BringBackClarkson (“ridateci Clarkson”) è diventato subito uno dei trend più rilevanti dei social network. Per capire l’entità di questa storia, è come se la Rai avesse deciso di sospendere il festival di Sanremo dopo la seconda puntata a causa di una sfuriata del conduttore con uno dei programmisti. Impossibile anche solo da pensare. In Italia le star della televisione sono considerate alla stregua di divinità pagane. Prendono stipendi da favola e fanno quello che vogliono. Sono intoccabili perché agiscono in un quadro di riferimento di un business tv fatto di privilegi e sperequazioni. La lezione della Bbc, per questo motivo, è ancora più impressionante. Pur di non accettare atteggiamenti di prevaricazione all’interno delle redazioni dei propri programmi, sono pronti a rinunciare ad incassi miliardari e ad affrontare l’ira degli spettatori di tutto il mondo. La differenza della Bbc quindi non sta nelle norme o nei meccanismi di governance. Si tratta di una differenza squisitamente culturale. Il rispetto delle persone, innanzi tutto. Non è poco.
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