Cronaca
Martedì 01 Giugno 2021
Rissa tra tifosi, accoltellato a morte un 39enne
L’uomo lavorava a San Giuliano ed è stato aggredito nel corso di una partita di calcetto a Crescenzago
Lavorava per una ditta di spedizioni di San Giuliano, Adrian Yparraguirre Silva, il 39enne di origine peruviana accoltellato durante una rissa tra tifosi in un torneo di calcetto a Crescenzago. Per i suoi colleghi di San Giuliano era una persona splendida, preciso sul lavoro e amante del calcio. Ma mai nessuno avrebbe potuto pensare, che proprio la sua passione l’avrebbe ucciso. Già, perché nel tardo pomeriggio di sabato, durante la partita di semifinale della “super league”, uno screzio tra tifoserie gli è stato fatale.
Adrian era tifosissimo della U, ossia l’Universitario de Deportes, ma sulla sua strada ha trovato gli ultras dell’altra compagine della capitale peruviana, l’Alianza. Dalle parole si è passati ai fatti e ne è nata una mischia che ha coinvolto Adrian, colpito per tre volte con un coltello, il fendente fatale gli è stato sferrato al petto.
Adrian è rimasto a terra, mentre prima dell’arrivo delle forze dell’ordine chi ha preso parte alla rissa si è dileguato. Ricoverato d’urgenza al Niguarda, un’ora e mezza dopo Adrian è spirato in ospedale.
Nel riserbo delle indagini sono arrivati i primi messaggi di cordoglio per il “Cholo”, così veniva chiamato dagli amici l’autista della ditta di San Giuliano. La Banda de Tilin, sezione di tifosi organizzati dell’Universitario, sono apparsi da Roma e da Milano tanti pensieri degli amici rivolti alla moglie e ai due figli piccoli, di 3 e 5 anni. Gli sfoghi di molti altri sudamericani, quasi a voler allontanare una spirale di odio e ritorsioni, parlano di «pace e fratellanza».
Adrian viveva a Milano ed era molto conosciuto nella comunità peruviana: «Eri un grande padre, un grande amico», dice per tutti Luis Alberto Tataje Mancayo.
Ora è caccia all’autore dell’accoltellamento, anche se i “responsabili” dell’omicidio, con ruoli diversi, potrebbero figurare molte persone. Gli investigatori della squadra mobile, guidati da Marco Calì, stanno lavorando per chiudere il cerchio e assicurarli alla giustizia.
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