Oggi nel mondo si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua. Come ogni anno, a partire dal 1993, gli abitanti della Terra sono chiamati a celebrare il bene più prezioso, insieme alla necessità di garantire a tutti la sua disponibilità. Senza confini politici e geografici, dall’Asia alle Americhe, dall’Africa all’Europa, sono migliaia gli eventi in programma nella giornata odierna. Si spazia dai dibattiti, agli incontri pubblici, dai concerti alle proiezioni di film; un fiume di iniziative riconducibili alla necessità di sostenere il diritto all’acqua, declinato quest’anno nell’approfondimento dello specifico rapporto tra acqua ed energia. Oggi purtroppo nel mondo, a fronte di una significativa, ma insufficiente, riduzione del numero di persone che non possono accedere a servizi minimi di acqua potabile, fognatura e depurazione, dobbiamo amaramente registrare il fatto che sono sempre le stesse persone a non disporre di questi servizi; un deficit aggravato dalla mancanza di energia elettrica, che solitamente fa il paio con quella di servizi idrici.La correlazione tra acqua ed energia è subito evidente, ma i dati forniti dalle Nazioni Unite nel 5° rapporto sullo Sviluppo Mondiale dell’Acqua (Wwdr), ampliano quella che per ciascuno di noi può essere una semplice percezione. Bastano alcuni significativi esempi per rendere l’idea dello stretto rapporto di interconnessione e di reciproca dipendenza tra acqua ed energia: la produzione di energia idro-elettrica in primis, ma anche di energia nucleare e di energia termica, dipendono totalmente dall’apporto di acqua. Un dato colpisce più di tutti: il 75% dell’utilizzo industriale dell’acqua è imputabile alla produzione di energia elettrica. Ma è del tutto evidente che se da un lato la produzione e la distribuzione di energia elettrica, a qualsiasi latitudine, richiedono l’utilizzo delle risorse idriche, dall’altro l’estrazione, il trattamento e la distribuzione di acqua potabile, così come la raccolta e la depurazione delle acque reflue, non possono prescindere dall’apporto di energia elettrica. Aziende come SAL, che gestiscono il servizio idrico integrato, sanno bene quanto siano energivori certi impianti di pompaggio, produzione e distribuzione delle acque potabili, così come gli impianti di depurazione, e più in generale tutta la filiera di raccolta e smaltimento delle acque reflue, che spesso devono essere sollevate per creare artificialmente quelle pendenze necessarie al funzionamento delle condotte fognarie, in un territorio prevalentemente pianeggiante come il nostro.Dagli esempi evidenziati si intuisce come le politiche di gestione ed utilizzo della risorsa idrica abbiano conseguenze dirette, positive o negative, sulla produzione di energia, e viceversa. Ed è del tutto evidente come le scelte finalizzate a limitare le conseguenze negative, o ad incrementare quelle positive, abbiano quasi sempre delle ricadute materiali sul benessere delle persone, sulla riduzione della povertà e sulla crescita sociale ed economica di interi popoli. Non dobbiamo infatti dimenticare che nel mondo ancora 1,3 miliardi di persone non hanno accesso all’energia elettrica, mentre 768 milioni vivono ampiamente sotto la soglia di fabbisogno per quanto riguarda l’accesso all’acqua potabile, mentre addirittura 2,5 miliardi non dispongono di adeguati servizi di sanificazione, come fognatura e depurazione. L’abbattimento di queste barriere, è una sfida che il mondo deve affrontare e vincere in tempi rapidi, con la consapevolezza che servono si risorse economiche, ma servono soprattutto nuove politiche e programmi di sviluppo trasversali. SAL, nel suo piccolo, sta cercando di soddisfare il proprio fabbisogno energetico utilizzando circa il 96 % di energia proveniente da fonti rinnovabili certificata. Sempre sul fronte della riduzione del consumo energetico SAL ha avviato un attento programma di controllo e monitoraggio dei consumi, predisponendo gli studi preliminari per l’attuazione di interventi specifici per il recupero energetico da tecnologie alternative (fotovoltaico e salti idraulici). Infine si sta concretizzando l’impegno di questi mesi in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente per la realizzazione di progetti pilota (carbon footprint) finalizzati al all’abbattimento di emissioni di CO2.
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