Da tempo sentivo la necessità di esprimere la mia opinione in materia ma non ho ritenuto opportuno intervenire nei giorni passati per evitare di contribuire a rendere più accesa la disputa tra l’Assessore provinciale al Bilancio, in rappresentanza della Giunta, e alcuni rappresentanti delle forze sindacali.Devo dire che anch’io sono sobbalzato sulla sedia, o meglio sulla poltrona, quando nel corso dell’ultimo Consiglio Provinciale ho sentito membri dell’Amministrazione pronunciare frasi che mettevano in discussione la possibilità del bilancio provinciale di fare fronte, per il 2013, al pagamento degli stipendi, del riscaldamento nelle scuole e delle manutenzioni. I tagli della spesa pubblica previsti dal Governo e approvati dal Parlamento stanno mettendo senza dubbio in difficoltà i Comuni, le Province e le Regioni ma ritengo che le difficoltà nella gestione della spesa corrente non siano imputabili esclusivamente a provvedimenti governativi di riduzione della spesa.Nel nostro caso, in particolare, nella mia mente ho cercato di dare una risposta ad una domanda che dal giorno del Consiglio Provinciale mi pongo in continuazione : “… possibile che, su un bilancio di 23 milioni di euro di spesa corrente, non ci siano altre voci di spesa da tagliare prima di arrivare agli stipendi dei dipendenti, il riscaldamento e le manutenzioni nelle scuole? ….”Non ho ancora una risposta, ma proverò a fare alcune considerazioni sul merito e anche sul metodo.Sgombro subito il campo da equivoci e chiarisco che non ho nessuna intenzione di sostituirmi ad alcuno dei membri della Giunta provinciale ma vorrei porre l’attenzione sull’autonomia del Consiglio Provinciale e sulla centralità delle assemblee elettive nel procedimento di indirizzo e di controllo della spesa pubblica.Chiedo scusa per l’utilizzo di termini tecnici, ma è necessario inquadrare l’argomento sulla base della normativa in vigore, con espresso riferimento a quanto previsto dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali.Al Consiglio provinciale (come a quello comunale) è attribuita la funzione di “indirizzo e di controllo politico – amministrativo” e competenza esclusiva in alcuni atti fondamentali, tra i quali, in materia finanziaria “ programmi, relazioni previsionali e programmatiche, piani finanziari, bilanci annuali e pluriennali e relative variazioni, rendiconto “ con una specifica indicazione di legge che le deliberazioni relative a tali argomenti “ non possono essere adottate in via d’urgenza da altri organi del comune o della provincia, salvo quelle attinenti alle variazioni di bilancio adottate dalla giunta da sottoporre a ratifica del consiglio nei sessanta giorni successivi, a pena di decadenza”.Si capisce come l’attività del consiglio in materia di bilanci e, conseguentemente, di spesa pubblica possa avere un ruolo rilevante e decisivo, considerando che l’assemblea elettiva ha il controllo della giunta come organo esecutivo, nell’esercizio delle prerogative di indirizzo e di controllo politico – amministrativo.Non controllo contabile, quello spetta agli uffici, ai revisori e alla Corte dei Conti.Il controllo del consiglio è di tipo politico e amministrativo, ossia sull’opportunità “politica” di un certo tipo di spesa e la sua necessità per un corretta gestione “amministrativa” dell’ente locale.Il consiglio provinciale (o comunale) è l’organo più adatto per portare avanti il procedimento di revisione della spesa pubblica (in inglese spending review) inteso come quel processo diretto a migliorare l’efficienza e l’efficacia nella gestione della spesa pubblica attraverso la verifica dei singoli capitoli di spesa per vedere cosa può essere tagliato, per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza. Bene. Se questo è quanto può fare il consiglio, penso che sia giunto il momento di consentire al consiglio provinciale di esercitare le sue prerogative e, nell’imminenza della predisposizione del bilancio 2013, ritengo che sia opportuno predisporre una griglia delle voci di spesa che non potranno, in nessun caso, essere compresse e, nello stesso tempo, contribuire ad individuare le voci di spesa che in periodi di crisi economica e finanziaria potrebbero risultare non opportune proprio dal punto di vista politico e amministrativo.In questi periodi, la questione fondamentale è l’opportunità di alcune spese. Nel caso del bilancio della Provincia di Lodi, già ridotto al minimo, sarà un esercizio difficile e doloroso ma, ripeto, necessario al fine di garantire la copertura di voci di spesa politicamente non comprimibili come gli stipendi dei dipendenti, le manutenzioni e il riscaldamento delle scuole, le manutenzioni delle strade e la sicurezza negli spostamenti.Senza interferire nel prezioso lavoro di altri organi dell’amministrazione provinciale, ritengo che l’esercizio da parte del consiglio provinciale di tutte le prerogative che la normativa pone nella sua sfera di intervento, sia il miglior contributo che la politica, rappresentata dai gruppi consiliari, possa dare in un momento finanziariamente ed economicamente difficile come quello che stiamo passando.
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