Tagli ai prof? Chiedete alla Gelmini

I tagli denunciati nel vostro articolo “Professori ridotti a volontari” sono reali, ma hanno una storia che non porta la firma di questo governo e tantomeno del Partito Democratico, una storia che inizia con la “riforma Gelmini” e che ha come protagonista anche l’ex ministro Tremonti. I tagli in questione derivano infatti dalla riduzione del Mof, il fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, in sostanza lo stanziamento destinato a finanziare tutte le iniziative rivolte agli studenti che integrano e potenziano l’attività didattica standard. Nel corso degli anni da questo fondo sono stati via via prelevati importi sempre più significativi per pagare gli scatti di anzianità degli insegnanti, ripristinati dopo il blocco introdotto da Tremonti-Gelmini, fino ad arrivare ad una riduzione di circa 2/3 delle risorse complessivamente destinate alle scuole. Il risultato è che oggi il Mof è ridotto all’osso e si assottiglierà ulteriormente se da esso verranno prelevati i fondi per pagare i famosi 150 euro di scatti. Di fronte a questi dati è evidente che il Pd non può assolutamente avallare scelte che, in sostanza, riaffermerebbero una deleteria politica di tagli alla scuola, ancor più dopo le parole pronunciate in Parlamento dal Presidente del Consiglio, che si è impegnato a garantire nuovi e adeguati investimenti a favore della scuola, proprio per recuperare gradualmente i sanguinosi tagli effettuati dal governo Berlusconi (ben 8 miliardi di euro). Un primo segnale positivo in questa direzione è stato dato con il decreto istruzione approvato a settembre dal Consiglio dei Ministri e convertito in legge dal Parlamento a novembre. Pertanto, è necessario che le coperture finanziarie per fare doverosamente fronte al fabbisogno degli scatti di anzianità vengano trovate in altri capitoli del bilancio dello Stato, riportando il Mof al livello iniziale di 1 miliardo e 400 milioni di euro. Il tema va affrontato al massimo livello e con molta determinazione ed è evidente, visto quanto è accaduto, che la scuola, nel nuovo accordo di coalizione della maggioranza che sostiene il governo, dovrà essere indicata tra i temi centrali e prioritari a cui destinare maggiori risorse finanziarie.

© RIPRODUZIONE RISERVATA