Televisione, il dinosauro dalle uova d’oro

La tv non è un dinosauro del passato. Lo dimostra, per esempio, l’aumento esponenziale delle richieste di immagini della Giornata Mondiale della Gioventù in Brasile con Papa Francesco che il Centro Televisivo Vaticano ha registrato nei giorni scorsi. Nonostante l’esplosione del fenomeno dei social network e la diffusione degli smartphone dotati di sistemi per fare fotografie e filmini destinati ad una condivisione istantanea sul web, la televisione continua a fare la parte del leone.Il modello di business sta evolvendo in fretta ma il contenuto continua ad essere il “king”, il re del mondo degli affari della comunicazione. Il 90% della fetta degli introiti del complesso sistema dell’entertainment multimediale contemporaneo affonda ancora le proprie radici nell’industria televisiva. Stanno però cambiando le piattaforme di distribuzione. Dopo il terremoto degli anni ‘80 con la nascita dei primi canali “premium” a pagamento (la rivoluzione che, in pochi anni, ha messo in crisi il modello della televisione gratis per tutti e pagata solo con la pubblicità), adesso il consumo televisivo sta per avere un nuovo scossone. Lo ha ben spiegato Rebecca Greenfield su “The Atlantic”: le nuove piattaforme di offerta di film e tvseries in web streaming come “Netflix” “stanno facendo sia Internet che la tv via cavo, solo che lo fanno meglio”. Secondo la giornalista le società come Netflix faranno investimenti di miliardi di dollari (sic!) per acquisire e produrre nuovi film e nuove serie tv da rivendere ai propri clienti. Ma non si tratta dell’unica rivoluzione annunciata.Alcune importanti novità stanno crescendo per esempio dentro gli aggregatori globali come Youtube. La piattaforma di Google, divenuta famosa per i video domestici di gattini nella lavatrice o di bambini che ridono, adesso punta sulla qualità e sulla esclusività di alcuni contenuti. Questa nuova marcia di Youtube verso una “tv” di qualità, sta lentamente coinvolgendo anche i grandi investitori pubblicitari che fino ad ora avevano visto nei video “user generated” solo un mezzo per un marketing a bassissimo prezzo. L’alta definizione e le regie di autore, sempre più diffusi in rete, li stanno convincendo a utilizzare la piattaforma video di Google in un altro modo, con vere e proprie produzioni pensate specificatamente per il web, come nel caso della campagna video del sapone “Dove” intitolata “Women are more beautiful than they think”, diventato in pochi mesi una vera “case history” obbligatoria per tutti i professionisti della comunicazione commerciale e del marketing.Questa maggiore attenzione di Youtube per video di qualità sta facendo nascere anche alcuni piccoli ma agguerriti competitor come “Bitesize Networks” di Ron Bloom, una società nata a Silicon Valley nel 2006 per la realizzazione di una rete online dedicata ai contenuti professionali e che dopo sei anni è arrivata a fatturare 100 milioni di dollari. Il futuro delle nuove piattaforme di distribuzione per i contenuti televisivi è diventato interessante anche per società apparentemente molto lontane dall’industria del piccolo schermo. Il grande negozio online Amazon e la console di videogiochi Microsoft Xbox stanno cominciando ad elaborare alcune offerte di contenuti esclusivi per i loro clienti. Amazon, ovviamente, è più interessato ai contenuti professionali per la comunicazione commerciale e per il marketing. Xbox, invece, ha fondato veri e propri “studios” interattivi per realizzare format in grado di esaltare le potenzialità della propria tecnologia. L’elenco potrebbe continuare e l’analisi potrebbe diventare molto complicata, ma una cosa è certa ed è semplice da dire: la televisione, il vecchio dinosauro, sta per vivere una seconda giovinezza e una nuova età dell’oro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA