Più che di rievangelizzare l’Europa, si dovrebbe parlare di Nuova Evangelizzazione dell’Europa. La questione è precisata da Rino Fisichella, Arcivescovo, nella sua ultima pubblicazione “La Nuova Evangelizzazione” (Mondadori Editore 2011, in vendita anche presso le Paoline, Lodi, via Cavour). Nel secondo capitolo infatti di domanda se per “rievangelizzazione” si intende la ripetizione dell’evangelizzazione di sempre, oppure un’evangelizzazione nuova in opposizione a quella precedente.“Nella giungla interpretativa – continua l’Arcivescovo - ritengo che sia meglio parlare di nuova evangelizzazione come di una forma mediante la quale lo stesso vangelo di sempre viene annunciato con nuovo entusiasmo, nuovi linguaggi comprensibili in una condizione culturale differente e nuove metodologie capaci di trasmettere il senso profondo che rimane immutato” (pag. 25). La nuova evangelizzazione è diretta all’Occidente. Già come estensione geografica l’occidente si configura come un mondo non facilmente decifrabile per la varietà delle tradizioni culturali e dei linguaggi sottesi. Per di più la visione europeista non deve essere un limite.È comunque con questa Europa attraversata dalla secolarizzazione, meglio dal secolarismo, con tutte le sue incidenze nefaste, che il cristianesimo deve confrontarsi. Il cristianesimo non è nato in Europa, ma certamente l’Europa nasce col cristianesimo. È il cristianesimo che ha plasmato l’Europa aprendo in essa la prospettiva di universalità. Comunque ha profondamente inciso sulla nostra storia l’intuizione di un’Europa universale propria del cristianesimo. In questa prospettiva, dice Fisichella “vivere di indifferenza, di agnosticismo e ateismo (come è tentata oggi l’Europa) non solo non consentirà mai di giungere ad una risposta sul tema fondamentale del senso della vita, ma non permetterà neppure di centrare l’obiettivo dell’effettiva unità delle nazioni” (pag. 38).Fra gli ambiti della nuova evangelizzazione trattati nel capitolo IV l’autore indica: l’ecumenismo, l’immigrazione e la comunicazione sociale.La nuova evangelizzazione si compie anche all’interno di questa nuova mediapolis della comunicazione sociale, senza disattendere il “piccolo grande mondo di internet che si diffonde e che presenta tratti problematici soprattutto per l’influsso sui comportamenti personali e di massa” (pag. 72).Ecumenismo ed immigrazione in Europa sono fenomeni strettamente intrecciati. Quando constatiamo che nel solo municipio di Lodi sono regolarmente iscritti più di 2000 romeni, in maggioranza ortodossi, il problema del dialogo tra i fedeli cristiani non cattolici obbliga ad un immediato approccio e confronto. Parlando con essi nella Casa di Accoglienza “Don Savarè” di Lodi mi dicevano: “A noi dispiace che, pur essendo tutti cristiani, ci troviamo divisi. Ma dovete mettervi d’accordo voi ecclesiastici”. Vero. Nelle questioni teologiche si è alquanto avanzati ed avvicinati. Restano molte remore per la tradizione ed il prestigio delle sedi storiche. Ma la fratellanza e l’unità dei cristiani conta molto, ma molto di più delle cattedre, perché sono valori che trascendono la storia.Quanto agli immigrati mons. Fisichella, a pagina 71, afferma che: “Sono una ricchezza non solo a livello economico, ma anche per la nuova evangelizzazione”.Gli emigranti e le emigrazioni sono una realtà che ha attraversato la mia vita, prima come cappellano delgi emigranti italiani, poi come incaricato diocesano “Migrantes”. Sono convinto di quanto ha affermato il Pontefice Giovanni Paolo II in una conversazione privata con il nostro concittadino indimenticabile Giuseppe De Carli: “saranno gli immigrati che rievangelizzeranno l’Europa”.Il declino delle nascite priva l’Italia e l’Europa di una risorsa e di una presenza per la vita cristiana e per le vocazioni religiose, sacerdotali e missionarie nel continente. Gheddafi aveva affermato chiaramente a Roma di mirare alla islamizzazione dell’Europa. Le risorse demografiche non mancano ai mussulmani. Ciò che a noi manca. Per questo l’immigrazione di extracomunitari in Europa può essere ed è una riserva.Termino con l’ultimo capoverso dell’ultimo capitolo della pubblicazione ricordata: “La nuova evangelizzazione riparte da qui. Dalla credibilità del nostro vivere da credenti e dalla convinzione che la grazia agisce e trasforma fino al punto da convertire il cuore. Un cammino che trova ancora impegnati i cristiani dopo duemila anni di storia”.L’attenzione è richiamata su un grande obiettivo.La strada giusta è aperta per un nuovo cammino.
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