A Fombio rasa al suolo la vecchia Akzo Nobel, al suo posto arriva l’ennesima logistica

Il nuovo doppio magazzino dell’ Akno Fombio Business Park coprirà un’area di ben 94mila metri quadrati

Ex Akzo Nobel, demolizione completata: sulle macerie della storica vecchia fabbrica sorgerà l’Akno Fombio Business Park. I circa 187mila metri quadrati in precedenza occupati dallo storico stabilimento industriale di vernici, chiuso poco meno di vent’anni fa e acquistato due anni fa dalla bergamasca Eservice, saranno recuperati: la società immobiliare milanese Akno sta per avviare la rigenerazione del comparto con la creazione di due magazzini logistici di ultima generazione per un totale di circa 94mila metri quadrati coperti. Il primo capannone, pari a circa 40mila metri quadrati, è atteso già entro la fine del 2023. Prima di partire con la costruzione, dovrebbe essere abbattuta anche l’ultimissima palazzina, quella della ex Chemval, anch’essa inclusa nel comparto per avviare po il progetto completo.

Per quanto riguarda i Comuni, l’operazione prevede che a scomputo degli oneri vengano realizzate la nuova scuola elementare di Fombio (in corso lo studio di fattibilità) e la rete fognaria fra la zona ex Akzo in direzione Fombio; a Codogno spettano invece circa 100mila euro per gli asfalti della Mirandolina.

La storia dell’ex area industriale Akzo Nobel sembra sintetizzare la parabola del tessuto produttivo della Bassa, passato dalle glorie industriali degli anni Sessanta, alle delocalizzazioni (o alle chiusure) della fine degli anni Novanta-primi anni Duemila. E all’avvento della logistica su vecchi e nuovi terreni.

Restano ancora da recuperare però vecchie fabbriche: è il caso della ex raffineria Gulf di Bertonico (manca ancora un pezzo di area da recuperare), della ex macchine serigrafiche Argon di Ospedaletto (oggi oggetto solo di bivacchi). L’e Schneider di Guardamiglio è oggi una logistica.

Akzo Nobel affonda le radici negli anni Sessanta, quando Montecatini, storica azienda chimica, aprì a Fombio uno stabilimento. Nacque poi Montedison e il sito di Fombio passò sotto Duco, che si fuse con Max Meyer. Poi un susseguirsi di passaggi societari e controllate. Nel 1994 la fusione tra la svedese Nobel Industries e l’olandese Akzo, Akzo Nobel appunto. Poi la fine di un’epoca.

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