Aveva tentato di rubare alla Sivam di Casalpusterlengo, lui e il complice che nella fuga era morto. Adesso Salvatore Langella, 26 anni, è finito dietro le sbarre. Il giovane è tra i sette pregiudicati raggiunti dall’ordine di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip di Avezzano e tratti in arresto nella notte tra giovedì e venerdì dagli uomini delle Squadre Mobili di Ragusa e Milano in collaborazione al commissariato di Monza. La banda era specializzata in furti di casseforti negli ipermercati, Idl, Conad, Gs, cui si era aggiunto il tentativo andato storto all’azienda agroalimentare sulla via Emilia a Casale. A dire il vero quella notte, era il 15 novembre 2009, a fare irruzione nel cortile della Sivam erano stati in due, Langella e il 36enne L.C. di Seregno che perse la vita. Vennero sorpresi dalle guardie, e all’arrivo dei carabinieri di Casale si diedero alla fuga. Langella riuscì a farla franca disperdendosi nelle campagne attorno, mentre il compare prese la via più difficile arrampicandosi sui tetti e pagando quella corsa spericolata con la vita. Il 36enne cadde da un’altezza di sette metri schiantandosi contro un muletto parcheggiato sotto. Ma quella tragica vicenda non terminò lì. A partire dal ritrovamento della Ford Fiesta sulla quale Latella era scappato, i carabinieri della stazione di Casalpusterlengo sono risaliti a lui: nell’auto il pregiudicato aveva lasciato il giubbotto con nelle tasche documenti e portafogli e guarda caso il luogo di residenza del 26enne ora agli arresti in carcere, vale a dire la Brianza, coincideva proprio con quello del ladro morto. E nella stessa zona risiedono Giuseppe Nifosì, 35 anni, Pasquale Lombardo, 36 anni, Antonio Lombardo, 51 anni, Roberto Ciccarelli, 24 anni, Gaetano Valentino Bufalino, 43 anni, e Fulvio Ferrò, 45 anni, che insieme a Latella costituiscono la gang sgominata dalle forze dell’ordine di Milano, Monza e Ragusa. I carabinieri di Casale erano più che certi di avere identificato in Latella l’uomo fuggito la notte del raid alla Sivam, ma il 26enne aveva sempre negato qualsiasi coinvolgimento. Ad inchiodarlo è stata l’ordinanza emessa dal Gip di Avezzano Maria Proia su richiesta del sostituto Guido Cocco. L’accusa, per tutti e sette i componenti della banda che aveva il suo regista in Giuseppe Nifosì, pregiudicato di Vittoria (nel Ragusano) contiguo agli ambienti della criminalità organizzata e da qualche anno stabilitosi al Nord, è di associazione a delinquere. In Brianza il boss ha reclutato i suoi scugnizzi e non a caso nel circondario sono avvenuti i reati di cui dovranno adesso rispondere. Il bottino messo a segno dalla gang ammonta a 150mila euro.
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