
Cronaca / Basso Lodigiano
Mercoledì 01 Ottobre 2014
Casale e Codogno, reparti “dimezzati”
Chirurgia e medicina con 6 posti letto in meno, Messina (Uil) denuncia: «Preoccupati anche
per l’ortopedia in città e la riabilitazione di Casale»
L’estate finisce, ma i servizi nella Bassa restano a regime ridotto. A Codogno, i reparti di chirurgia e medicina, infatti, rimangono con 6 posti in meno. A Casale, invece, sarebbero in vista ridimensionamenti e il taglio di 5 letti in riabilitazione.
I sindacati si dicono preoccupati per le ricadute sull’assistenza ai pazienti lodigiani.«Le riduzioni - lamenta la rappresentante della Uil Rosi Messina -, sono causate dalla carenza di infermieri. Parliamo di gravidanze, dimissioni e malattie non sostituite. Chirurgia ne ha 3 in meno. Medicina ha 4 operatori in meno e 2 in meno sono in Pronto soccorso e in rianimazione. In media tutti i reparti della Bassa sono sotto di 2 operatori. Gli infermieri sono preoccupati dal fatto che continuino a essere richiamati in servizio e dal fatto di non riuscire a programmarsi le giornate. Sembrerebbe, secondo indiscrezioni, che a Codogno vogliano unire la cardiologia con la medicina, per recuperare infermieri, ma noi non siamo stati contattati. Si sente dire anche che vogliano trasformare l’ortopedia di Codogno in week surgery, con le attività limitate tra lunedì e venerdì. Noi chiediamo che ci siano garanzie per la sicurezza dei lavoratori. Ristrutturazioni sembra siano in vista anche a Casale: il reparto di riabilitazione, infatti, si avvierebbe a perdere 5 posti per mancanza di saturazione».
La Uil vorrebbe più chiarezza anche rispetto al futuro dell’ospedale di Sant’Angelo.
«Vogliono affidarne metà ai servizi dell’Asl - dice Messina -. Chiediamo di essere informati su questo progetto, noi abbiamo l’obbligo di tutelare gli infermieri che potrebbero avere turni terribili visto che non si assume. Non so quanto ci sia di vero nelle indiscrezioni, ma non vorremmo trovarci con progetti già avviati senza saperne nulla. Chiediamo al direttore sanitario di essere rispettati, informati e coinvolti. Non arriviamo da un altro pianeta, sappiamo che i problemi ci sono, potremo dare anche noi dei consigli. Siamo qua per lavorare tutti insieme. Siamo in sanità pubblica».
Preoccupazioni rispetto al presidio di Lodi arrivano, invece, dal segretario della Funzione pubblica della Cisl Mauro Tresoldi.
«Per coprire le carenze strutturali di Lodi si stanno accentrando le varie forze lavoro, spostando dai reparti gli operatori - commenta -. Non è vero che la nuova legge consenta sempre e comunque di spostare i lavoratori nel raggio di 50 chilometri. Stanno avvenendo anche spostamenti di chi ha la 104 o l’invalidità. Il problema è che si svuotano i presidi di periferia. Ritorno a chiedere a gran forza l’eliminazione definitiva delle Rad (Responsabili area dipartimentale), un incarico doppione dell’ufficio infermieristico. Le Rad sono persone da utilizzare nei reparti a lavorare evitando di far spostare altra gente e risparmiando parecchi soldi da riutilizzare per l’assunzione di nuovi infermieri. Lo chiederò anche al prossimo incontro».
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