Casale, diffida per la Pantaeco

Dopo essere stato travolta da un’inchiesta giudiziaria, adesso la discarica della Pantaeco di Coste Fornaci si trova a dover fronteggiare una diffida: il percolato stoccato all’interno dell’impianto rischia di compromettere l’ambiente e la salute dei cittadini. Dal momento che la situazione è già critica e le condizioni meteo potrebbero cambiare nelle prossime settimane, la Provincia di Lodi ha deciso di spedire un avvertimento alla società per obbligarla a risolvere al più presto il problema.

In realtà, l’allarme era stato già lanciato nei giorni scorsi dal consigliere comunale di Casale Leopoldo Cattaneo, subito dopo il sopralluogo effettuato dal sindaco Flavio Parmesani. Una “ciliegina sulla torta” arrivata dopo la chiusura del sito avvenuta a luglio per ingiunzione del giudice per le indagini preliminari del tribunale di Milano, la discarica è infatti finita sotto sequestro per il pericolo di reiterazione del reato di traffico illecito di rifiuti con il conferimento di quantitativi molto superiori a quelli autorizzati, ovvero 50 mila tonnellate in più.

Il personale del dipartimento ambiente di palazzo San Cristoforo si è presentato a Coste Fornaci la scorsa settimana, più precisamente mercoledì 5 ottobre, insieme ai funzionari dell’Arpa. In quell’occasione sono state rilevate alcune irregolarità: la vasca di raccolta del percolato a cielo aperto è colma di liquido, così come il perimetro interno della discarica (sul lato sud ovest) e i pozzi di raccolta; inoltre, le pompe di rilancio non funzionano a dovere.

A questo punto la Pantaeco dovrà mettersi in regola e seguire alla lettera le indicazioni della Provincia e dell’Arpa, provvedendo con urgenza alla rimozione e allo smaltimento del percolato negli impianti autorizzati, preoccupandosi di spostare il liquido là dove la sua presenza è considerata più pericolosa.

La Pantaeco, inoltre, dovrà comunicare il programma degli interventi, per consentire poi i regolari controlli, ogni settimana dovrà inviare agli enti competenti un resoconto delle attività svolte.

La società potrebbe presentare ricorso al Tar contro il provvedimento entro 60 giorni dalla notifica. Nel frattempo la comunicazione è stata inviata anche ai comuni di Casale e Somaglia, all’Asl di Lodi, a Regione Lombardia, alla polizia locale, alla protezione civile e ai carabinieri di Milano

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