Stroncato da un malore nella sua stanza d’albergo a Pievesestina, vicino a Cesena, l’ex patron della Triestina e casalino di nascita Sergio Aletti è morto sabato all’età di 53 anni. Personaggio controverso, da sempre sotto i riflettori nel mondo del calcio, l’imprenditore lascia due figli, Elisa e Filippo Maria. Lontano ormai da anni da Zorlesco dove è nato, Aletti aveva compiuto il grande salto in terra di Romagna, prima come vice-presidente dell’A.C. Cesena, traghettata in serie A, e la stagione scorsa acquistando il pacchetto societario del Ravenna calcio. A fargli da spalla negli ultimi tempi era stata la figlia Elisa, addetto stampa del Cesena ai tempi in cui il padre era vice-presidente e in seguito responsabile comunicazione della società giallorossa. L’approdo di Sergio Aletti al Ravenna aveva riacceso le speranze dei tifosi, che nell’arrivo del lodigiano avevano intravisto la possibilità di ripetere il miracolo riuscito ai cugini “bianconeri”. Né il “nostro” aveva fatto nulla per smorzarle, alimentando semmai l’entusiasmo con un ingresso nel suo perfetto stile. Da mattatore e buon conoscitore delle regole della comunicazione, Aletti aveva coniato il motto “Ravenna pride, orgoglio bizantino” per identificare il cambio di volta segnato dalla sua conduzione. Durante l’esperienza ravennate, la fortuna però aveva iniziato a voltargli le spalle, e presto la tifoseria si era trovata a fare i conti con la serie d’insuccessi fino all’epilogo nella stagione 2011/2012, quando la società è fallita. Nell’ultimo periodo l’imprenditore si era reso protagonista delle cronache giudiziarie, oltre che per gli affari legati al pallone, anche per la burrascosa separazione dalla moglie. La scorsa settimana, l’imprenditore era stato prelevato dai carabinieri presso l’albergo Unaway dove da un mese risiedeva e dove è stato trovato senza vita, e accompagnato in aula per presenziare a una maratona di cinque udienze. Già in quella circostanza, il 53enne aveva mostrato di stare poco bene, faticando a parlare e scusandosi per questo davanti al giudice e alle parti. Aletti era stato colpito da due aneurismi e da un infarto, ultimamente lottava anche contro il diabete. La malattia se l’è portato via sabato intorno all’ora di pranzo, mentre era insieme alla nuova compagna. La salma si trova ora all’obitorio dell’ospedale Bufalini di Cesena, il pubblico ministero dovrà decidere se disporre l’autopsia, quindi farà ritorno a Zorlesco per la sepoltura. I funerali saranno curati dall’impresa Marni.
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