Tragedia ieri pomeriggio a Caselle Landi. Il 51enne Gianmario Stefanoni è stato colpito da un infarto mentre stava “facendo legna” con un amico nella zona golenale del Po.
L’uomo si è accasciato a terra all’improvviso e chi era con lui ha provato a soccorrerlo, poi vedendo che non reagiva ha dato l’allarme. Sul posto sono accorsi i carabinieri della stazione di Castelnuovo con il comandante Giovanni Caldarola, l’automedica del 118 e un’ambulanza della Croce Rossa di Codogno, ma non si è potuto far niente per salvarlo. Operaio specializzato in regimazioni e movimento terra, grande lavoratore, Stefanoni era stimato da tutti in paese come un uomo onesto, un gran lavoratore, che amava la sua famiglia e la sua terra. Stefanoni era nato e cresciuto a cascina Palazzo alla frazione Mezzanone, e ai luoghi della sua infanzia era fortemente legato. Proprio in mezzo a quella natura selvaggia e meravigliosa che era la sua casa a cielo aperto, ieri è morto. Tutto Caselle oggi è in lutto. Per la moglie e la figlia sono ore d’angoscia, cui si aggiunge il dolore vero dei “compagni di strada” che con Gianmario sono diventati adulti e non possono credere se ne sia andato. Così. Tra loro anche il sindaco Pierluigi Bianchi, classe 1962 proprio come Stefanoni. I ricordi dell’amico si affollano nella mente, mentre rivede Gianmario l’ultima volta «al bar per un caffè, prima di andare al lavoro». Sempre in giro per cantieri, Stefanoni si alzava il mattino presto e così capitava di fermarsi a fare colazione insieme. «Parlare di Gianmario per me è parlare di un amico - riflette il sindaco -. In una realtà di paese come Caselle si cresce a fianco e con lui ho vissuto tutti i momenti più belli, da bambini all’aria aperta e sul fiume, e da ragazzi condividendo le passioni della gioventù». La notizia della sua morte lascia sgomenti: «Di fronte a un evento così drammatico non si sa cosa dire - conclude Bianchi -. Il mio pensiero in questo momento va alla moglie Silvia, alla figlia e a tutta la famiglia di Gianmario». Ieri la salma è stata recuperata dall’impresa funebre Marni e ora si trova presso l’ospedale di Codogno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA