L’ex comandante della polizia provinciale lodigiana Angelo Ugoni è stato risarcito con 50mila euro per “ingiusta detenzione”: questa la decisione della quinta sezione della corte d’appello di Milano cui l’ex comandante si è rivolto, assistito dagli avvocati Gianluigi Bonifati ed Ennio Ercoli, per chiedere ragione dei 78 giorni trascorsi nel carcere di via Cagnola, in custodia cautelare per corruzione in atti d’ufficio. A motivare il risarcimento, che tecnicamente è un indennizzo, è la sentenza di assoluzione che il 20 maggio del 2009 il giudice dell’udienza preliminare aveva pronunciato a favore di Ugoni, “perché il fatto non sussiste”. L’ex comandante, all’epoca da pochi mesi sostituito alla guida del corpo di polizia della Provincia di Lodi, era stato arrestato il 7 marzo del 2007. «Io quelle cose non le ho mai fatte» aveva ripetuto più volte agli inquirenti e ai familiari.
Ad accusarlo di aver concorso a realizzare una determina falsa del settore ambiente della Provincia, che consentiva alla conceria Palladio di Somaglia di rinviare una bonifica, erano una denuncia di Claudio Samarati, storico dirigente del settore, di un’altra funzionaria, P.R., e alcune conclusioni degli investigatori: una perizia che confermava che la firma non era di Samarati ed altri elementi che indicavano in Ugoni e nell’istruttore direttivo Lucia Fiumberti gli autori del falso. Ma poi davanti al gup era arrivata una perizia di segno opposto, che non escludeva che la firma invece fosse autentica, ed era emerso che Samarati aveva parlato, in un documento successivo, di quella delibera poi rinnegata.
Fiumberti, anche lei prosciolta in udienza preliminare, era già stata risarcita per una ventina di giorni di ingiusta detenzione con circa 10mila euro.
Il risarcimento per Ugoni va oltre i 235 euro al giorno di ingiusta detenzione, ma aggiunge anche 31.607 euro per “danno professionale”. Dopo l’arresto, infatti, era stato reintegrato in Provincia con mansioni diverse. Al processo, conclusosi solamente nel marzo di quest’anno, è stato poi assolto dall’accusa di concorso nell’attività inquinante contestata alla Palladio. «Con questo riconoscimento - si limita a commentare l’avvocato Bonifati - arriva il segnale forte di una giustizia che tenta di riparare ai suoi danni. È una decisione che dà fiducia al sistema giudiziario. Niente potrà eliminare le sofferenze di Ugoni e dei suoi familiari, ma la stessa procura generale di Milano ha riconosciuto che il danno andava liquidato».
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