«A.A.A. Metalmeccanici cercasi». Il lavoro va a gonfie vele ma trovare operai specializzati da assumere è difficile e la ditta deve rinunciare a tre clienti: succede alla Losi Federico snc di Cornovecchio, officina meccanica specializzata in tornitura e fresatura di precisione dove titolari e dipendenti, dieci in tutto, da tre anni vanno avanti a straordinari. Ma non bastano nemmeno quelli a star dietro alla domanda del mercato. Il problema? Trovare metalmeccanici specializzati capaci di utilizzare i macchinari della ditta. Un paradosso in un tempo in cui la piaga è proprio la disoccupazione. «È così in tutte le aziende come la nostra, a Lodi, Piacenza, Cremona e altrove - spiega Alberto Losi, che porta avanti la ditta di famiglia con il padre Federico e le sorelle Emilia e Lucrezia -. Il nostro è un lavoro particolare perché è basato sulla meccanica di precisione anche per produrre un singolo pezzo con macchine utensili e controlli numerici che non vuole fare più nessuno. Le aziende si rubano i lavoratori capaci con rincari spaventosi, ma la maggior parte dei giovani non ha più voglia d’imparare».
Uno volenteroso per la verità loro l’hanno trovato: è un studente di Caselle Landi al quarto anno dell’Ambrosoli e da tre anni va in stage nella loro officina: «Gli abbiamo già detto che lo assumeremo e non vede l’ora di finire gli studi per venire qui a lavorare – prosegue Losi -. Ci siamo rivolti anche alle agenzie interinali perché avremmo bisogno di assumere almeno altri due operai ma non ce ne sono e quelli capaci le ditte se li tengono stretti».
Il segretario di Confartigianato Vittorio Boselli spiega: «Nel Basso Lodigiano opera l’Istituto Ambrosoli di Codogno, l’ex Pacinotti per intenderci, con il quale la nostra collaborazione si è intensificata negli ultimi anni. Si tratta di una scuola che sta crescendo nell’offerta formativa, sia in senso quantitativo che qualitativo. Il problema di fondo è il basso numero di iscritti al vecchio indirizzo meccanico, oggi denominato “manutenzione e assistenza tecnica”, di durata quinquennale. Pensando all’Ambrosoli, circa venti diplomati dello scorso anno hanno già trovato tutti un impiego e così sarà probabilmente per quanti si diplomeranno a luglio. Evidentemente non bastano e in questo senso le imprese pagano le scelte dei ragazzi e delle loro famiglie, ancora troppo abbagliati dalle professioni intellettuali e, di conseguenza, dai licei, a scapito delle scuole di formazione professionale. Rischiamo di creare aspettative sbagliate nei ragazzi, di dissipare soldi e tempo, di creare disoccupati cronici. Dobbiamo spostare maggiormente l’attenzione sui cosiddetti “mestieri”, per troppo tempo negletti: quelli che tengono insieme capacità manuali e conoscenze, che rispondono di più alle esigenze occupazionali del nostro territorio, che possono dare un futuro di autorealizzazione e soddisfazione a molti giovani. Le banche licenziano e gli artigiani assumono o assumerebbero, soprattutto in certi settori: questa è la notizia di cui si deve tenere conto e da cui dobbiamo ripartire».
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