Il 38enne F.B. che ha investito il piccolo Claudio Michelini, il pomeriggio dell’incidente era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. È la nuova, sconcertante rivelazione, delle analisi biologiche eseguite domenica 10 luglio poche ore dopo l’arresto dell’uomo accusato di omissione di soccorso e lesioni colpose. Il giorno dell’udienza di convalida dell’arresto, eseguito dai carabinieri della stazione di Codogno sotto casa di F.B. a Codogno la sera stessa dell’investimento, i risultati dell’alcoltest erano già apparsi inequivocabili: 1.90 grammi per litro di alcol nel sangue al primo test, 1,86 al secondo, più di tre volte il limite di legge fissato per chi si mette al volante a 0,50 grammi/litro. Si era anche appreso delle due vecchie condanne, sempre per guida in stato d’ebbrezza, riportate da F.B. in seguito a una contestazione datata 4 maggio 2006 nel Piacentino e un’altra del 2 marzo 2007 in provincia di Lodi: la prima era costata al 38enne 5 giorni di carcere e 300 euro di multa, la seconda 10 giorni e 300 euro. Una familiarità con l’alcol che aveva fatto tuonare l’assessore provinciale Nancy Capezzera, e domandare alla magistratura misure forti: l’ergastolo della patente e la messa ai lavori forzati; «lo voglio a pulire le strade e ciclabili della Provincia» aveva detto, in alternativa agli arresti domiciliari disposti dal Gip in attesa della prossima udienza in calendario lunedì. L’assessore alle infrastrutture di palazzo San Cristoforo non aveva fatto altro, in fondo, che dare voce e soluzione all’indignazione provata da molti. Ora questa nuova doccia fredda, la prova che oltre che ubriaco, F.B. era sotto l’effetto di stupefacenti. E tutto mentre quella che si vorrebbe una situazione in divenire resta drammaticamente immobile. «Stabile», la definiscono i medici, che per un bambino in coma farmacologico è comunque un segnale di speranza. Significa scongiurare l’ipotesi di un intervento chirurgico e traghettare il bimbo fuori del coma. Monitorato 24 ore su 24 dallo staff dell’ospedale Niguarda, Claudio respira piano e sembra dormire tranquillo. È un sonno indotto, indispensabile per provare a salvarlo. È il trauma cranico che il bambino ha subito impattando sull’asfalto, dopo che la Peugeot 207 con alla guida F.B. lo ha travolto mentre si accingeva ad attraversare la provinciale 26 a Castiglione, l’“orco” contro cui stanno lottando lui e i medici.
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