Codogno, il Comune ha già detto no a due logistiche

Il sindaco Francesco Passerini difende la sua scelta: «Troppo traffico e smog». Ma il municipio ci ha “perso” due milioni di euro

No alla logistica alle porte di Codogno. Nel 2022 il Comune codognese ha chiuso la porta a due operatori del settore immobiliare che volevano insediare altrettante logistiche nei terreni destinati ad attività artigianali e commerciali all’ingresso della città: investimenti studiati dai privati in ragione della vicina tangenziale di Codogno. Ma il Comune non aveva e non ha alcuna intenzione di veder spuntare delle logistiche a ridosso della tangenziale e tantomeno intorno alla città, un obiettivo che la giunta Passerini intende perseguire anche con la revisione del Piano di governo del territorio appena avviata per aggiornare lo strumento urbanistico datato 2012. «Degli operatori si erano fatti avanti dicendosi interessati a insediare delle logistiche nei terreni che sorgono all’ingresso di Codogno, in quella fascia che si sviluppa fra gli attuali insediamenti commerciali e artigianali e la rotonda di innesto della tangenziale di Codogno lungo la strada Mantovana - racconta il sindaco Francesco Passerini -: quella zona però è vocata ad attività artigianali e commerciali appunto e in virtù della legge contro il consumo del suolo, si sarebbe dovuto avviare un iter in deroga con concertazioni, ma nella nostra visione Codogno deve essere una città vivibile, con il suo tessuto residenziale e produttivo e i suoi spazi verdi, e riteniamo che le logistiche, verso le quali non abbiamo alcun pregiudizio, debbano svilupparsi in zone vocate, come le aree industriali o a ridosso dei caselli autostradali; certo - annota Passerini -, chiudere da subito la porta di fronte a quelle proposte ha voluto dire rinunciare a circa 2 milioni di euro».

L’articolo completo di Sara Gambarini è sul Cittadino di oggi 6 luglio in edicola e in digitale

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