CODOGNO Pannelli nei campi, sotto l’albero spunta un altro impianto solare

La sorpresa Il Comune non si aspettava l’istanza che porterebbe all’occupazione di una vasta area alla Triulza

Il Comune di Codogno trova sotto l’albero un regalo inatteso e molto poco gradito. È stata depositata agli uffici comunali nei giorni scorsi l’istanza per la realizzazione di un impianto fotovoltaico a terra su poco meno di 150mila metri quadrati di terreno oggi coltivati attorno alla frazione Triulza, indicati nello strumento urbanistico come “Ambiti agricoli di interesse strategico a elevata caratterizzazione produttiva”. Se realizzato, l’impianto si estenderà su una superficie pari a 25 campi da calcio, quasi saturando lo spazio tra i capannoni della zona industriale Mirandolina e l’abitato della frazione Triulza.

I pannelli andranno su una superficie di oltre 140mila metri quadrati attorno a via Don Botti, la strada che si stacca dalla Mirandolina verso Triulza, e fino a via Belloni, e avranno complessivamente una potenza di poco meno di 10 megawatt. A preoccupare è l’impatto paesaggistico che sarebbe completamente stravolto, soprattutto per i residenti di Frazione Triulza. L’abitato verso la zona della Mirandolina sarebbe completamente circondato da una distesa di pannelli fotovoltaici a terra.

Il proponente è una società appositamente costituita, mentre i terreni sono di proprietà di un imprenditore agricolo di Codogno. L’iter autorizzativo non è ancora partito, ma tali impianti godono di agevolazioni relative alla transizione energetica tali per cui è difficile un’opposizione, anche perché si tratta di strutture tecnicamente rimovibili a fine ciclo vita dell’impianto, dunque, escluse dalle norme sul consumo di suolo.

Per l’amministrazione comunale si tratta di un macigno rispetto agli orientamenti urbanistici perché si tratta di un intervento completamente fuori logica rispetto alla tutela degli ambiti tradizionali, tra cui quello di Triulza appunto, che si voleva perseguire. E senza considerare i dubbi sulle condizioni di abitabilità della frazione per la vicinanza di un impianto di tali dimensioni alle case. Si tratta ora di capire se la contrarietà politica potrà trovare una strada tecnico-amministrativa sostenibile per dire no a un intervento che rischia di cambiare profondamente il paesaggio e la geografia di quella fetta di città.

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