
Cronaca / Basso Lodigiano
Lunedì 07 Novembre 2011
Conto alla rovescia per la nuova cava
A Maleo un polo estrattivo da un milione di metri cubi
Asfaltato l’argine che condurrà alla nuova cava di Maleo. È partito nella Bassa il conto alla rovescia per l’apertura del maxi polo estrattivo da 1 milione di metri cubi. Si tratta di un progetto che rientra nel “piano cave” della Provincia di Lodi su delega di Regione Lombardia e per cui il comune di Maleo ha stipulato con la ditta escavatrice Gallotta un’apposita convenzione, approvata un anno fa in consiglio comunale.
La cava prevede introiti pari a 0,44 euro al metro cubo, quale minimo stabilito dalla Regione, a cui si deve sommare il canone di 0,19, stabilito dal comune: una boccata d’ossigeno per le casse comunali. Per permettere l’attività di estrazione ed evitare “l’effetto polverone”, inoltre, si è provveduto proprio in questi giorni ad asfaltare parte della strada arginale che dalla rotonda di Pizzighettone conduce alla cava e per cui è stato richiesto il nulla osta al magistrato del Po.
«L’amministrazione malerina ha subìto la cava in località cascina Regona, imposta dal secondo piano cave, proposto dalla Provincia di Lodi e approvato dalla Regione nel 2004 - ha spiegato l’assessore alla partita Francesco Bergamaschi - e in ogni caso abbiamo cercato di gestire attraverso la convenzione obbligatoria con i cavatori le interferenze con il territorio circostante, introducendo per i cavatori diversi oneri, tra cui una tariffa di escavazione più vantaggiosa rispetto a quella minima regionale, il contenimento degli orari di attività estrattiva a beneficio dei residenti, la riqualificazione immediata delle strade comunali interessate dal traffico generato dalla nuova cava e loro manutenzione, la garanzia pecuniaria per l’impiego di tutti gli accorgimenti tecnico-scientifici necessari a evitare disagi ai residenti e infine l’assunzione della riqualificazione e del mantenimento, per tutta la durata dell’escavazione, della rotatoria per Cavacurta». La nuova cava da 1 milione di metri cubi si affianca a quella in fase di esaurimento della Geroletta (da 1 milione e 300mila metri cubi), gestita dalla Sei Inerti mentre è in cantiere la possibilità di escavare altri 600mila metri cubi dalla prima cava. Le due cave si collocano all’interno dello stesso ambito estrattivo, istituito col piano cave del 1998 e ampliato con quello del 2004.
Ma quale futuro per i laghetti malerini post-cave, situati in pieno Parco Adda Sud? «Alla luce dell’apertura di una nuova cava, la politica locale si deve interrogare su come dare un futuro ai laghetti che derivano dall’escavazione: - ha chiosato Bergamaschi - si può spaziare dal villaggio turistico per bagnanti alla zona umida per favorire la biodiversità del territorio, ma quello che non si può e non si deve fare, è attendere che qualcuno ci scarichi dentro sostanze indesiderate».
Sara Gambarini
© RIPRODUZIONE RISERVATA