«Da qui non ci sposta nessuno»

I 160 operai rifiutano di trasferirsi a Stezzano

GUARDAMIGLIO «Da qui non ci muoviamo». I lavoratori Schenider non potevano essere più chiari di così, nell’affidare il proprio pensiero a uno striscione. Ieri mattina, però, il confronto tra sindacati e azienda si è risolto in un “muro contro muro”: ognuno resta sulle sue posizioni. La multinazionale francese, specializzata nella produzione di apparecchi elettronici di media tensione, ha intenzione di trasferire i 160 dipendenti nello stabilimento di Stezzano, in provincia di Bergamo, mentre i sindacati - rappresentati dal segretario della Fiom Cgil Giovanni Ranzini e dal segretario della Fim Cisl Laura Zangara - ritengono che si possano trovare soluzioni alternative e soprattutto meno drastiche.

I vertici dell’ex Areva, nel corso della trattativa avvenuta a Piacenza, hanno giustificato la decisione attraverso i numeri del fatturato e della produttività, entrambi in calo, una diminuzione del 35-40 per cento prevista per il 2013. «Però si tratta solo di una stima - precisano le parti sociali -, che potrebbe rivelarsi sbagliata».

«L’azienda ha ribadito le sue posizioni - dice Ranzini -, così non c’è stata una grande discussione, la Schneider sostiene che il trasferimento dei lavoratori a Stezzano sia una priorità per mantenere l’assetto concorrenziale. Ci saranno altri incontri, noi riteniamo che si possano trovare delle soluzioni alternative pur andando incontro alle esigenze dell’azienda legate alla produttività. Ci sono altre possibilità anche per investire, secondo i numeri che ci sono stati forniti si potrebbe intervenire su alcuni fattori, come i costi della struttura o la maggiore flessibilità sulle linee, da questo punto di vista i lavoratori si sono dimostrati disponibili». Cgil e Cisl ritengono che si possa ragionare sul futuro del sito di Guardamiglio e sono convinti che il trasferimento di 160 persone nella Bergamasca potrebbe a sua volta creare più di una difficoltà allo stabilimento orobico, dove si contano 580 addetti.

Lunedì si terrà un’assemblea per informare i lavoratori rispetto a quanto emerso durante l’incontro: «Abbiamo chiesto all’azienda di coinvolgere il coordinamento del gruppo Schneider ma su questo punto non è stata data nessuna disponibilità. Noi vogliamo che questa diventi invece una questione di gruppo». Ieri mattina si è affrontato anche il nodo dell’affitto, inizialmente la Schneider aveva spiegato ai sindacati che i costi di locazione del sito lodigiano erano troppo elevati; la proprietà del capannone, però, successivamente ha rivelato di aver ricevuta una disdetta da parte del colosso senza che fosse avviata nessuna trattativa. «Si vede che poi non era una questione così tanto determinate come ci avevano fatto credere», puntualizza Ranzini.

Mentre a Piacenza si discuteva della sorte dello stabilimento di Guardamiglio, che dà lavoro a molta gente della Bassa, i dipendenti si sono dati appuntamento fuori dai cancelli per un presidio. «Sono tutti molto determinati - commenta Ranzini -, vogliamo giocarci tutte le carte».

Greta Boni

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