È di 207.928 euro, comprese le spese di giudizio, l’importo complessivo che l’ex comandante della tenenza di Casalpusterlengo della guardia di finanza G.R., oggi 59enne, avellinese, e il suo vice di allora G.S., napoletano, oggi 37 anni, devono versare al ministero delle Finanze per “danni d’immagine” e da “disservizio” in relazione agli episodi di concussione e di tentata concussione per i quali erano stati sottoposti a misure cautelari e quindi giudicati a Lodi. L’ex comandante aveva patteggiato, nel 2010, 4 anni e 10 mesi di reclusione, accusato di 18 episodi illeciti commessi durante il servizio, l’ex vice, per rito abbreviato, a 3 anni e 2 mesi, per 15 episodi; quest’ultimo aveva poi appellato la sentenza e il difensore dell’ex comandante, avvocato Olivo Rinaldi, ha evidenziato alla corte dei conti che «il patteggiamento non assume valore di rinuncia alla presunzione di non colpevolezza, né di confessione dell’illecito». Ma secondo la corte dei conti della Lombardia, per giurisprudenza costante le sentenze di primo grado, anche se maturate rinunciando alla fase del giudizio, hanno valore di prove, che il giudice contabile deve valutare pur nella sua autonomia. E nel lungo elenco di prove che secondo il giudizio contabile di primo grado indicano che i due hanno danneggiato il corpo di appartenenza ci sono persino le intercettazioni che erano state inserite nelle ordinanze cautelari.
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