Cronaca / Basso Lodigiano
Mercoledì 01 Febbraio 2012
Gelo siberiano, agricoltura a rischio
Paura per vitelli e maialini, “dottori” per le piante
La nevicata arrivata ieri sul Lodigiano e l’ondata ampiamente preannunciata di freddo siberiano preoccupano anche gli appassionati del verde e gli agricoltori. Per i nostrani ciclamini e gli esotici cocco e “cicas”, ad esempio, sono consigliati teli di “tessuto non tessuto”, e poi c’è da pensare a come tenere caldi i suini appena nati nelle stalle. Il vento gelido della Siberia bussa alle porte e anche nel Lodigiano è tutto un correre e darsi da fare per non arrivare impreparati quando il Buran, come è detto il “vento degli Urali”, avrà spinto le temperature diversi gradi sotto lo zero.
Prima che se ne vada passeranno alcuni giorni e i proprietari di giardini, chi semplicemente ama il verde e lo coltiva in terrazza o sui balconi, si domandano come traghettare le loro piante e fiori fuori dalla morsa del freddo.
«In questi giorni con sempre maggiore frequenza la gente si rivolge ai vivai dove ha acquistato le essenze per avere consigli su come farli sopravvivere alle temperature polari - spiega Coldiretti Lombardia -. Per le famiglie che hanno un patrimonio verde importante i “dottor green” dei vivai vanno anche a casa per un’analisi della situazione e un primo intervento». Come dei dottor House dall’insolito pollice verde arrivano equipaggiati di apposito kit pronto soccorso, somministrano fialette ricostituenti oppure sistemano teli tnt (tessuto non tessuto) sulle varietà più delicate. Non prima di un check-up accurato delle piante naturalmente: quelle perenni infatti possono resistere, altre invece soffrono le basse temperature e richiedono attenzioni.
«Le essenze più delicate arrivano da aree a clima mite ma che negli ultimi anni si sono sempre più diffuse anche al Nord e nelle città - spiega Coldiretti Lombardia -, ad esempio gli ulivi, gli agrumi, il cocco e le “cicas” (una varietà di palma)». È proprio con le varietà alloctone che in molti non sanno come fare, ed a loro dà qualche suggerimento Fabiano Oldani, florovivaista di Lodi: «Vanno messe in una zona riparata ma luminosa, ad esempio un portico oppure i pianerottoli dei condomini con vetrate - spiega -. Per le piante che restano all’esterno si può usare il “tessuto non tessuto” che costa in media 55 centesimi al metro. Gli ulivi più grandi, che hanno tra i 15 e i 20 anni, di solito non hanno problemi. Il gelo può invece danneggiare le piante giovani, quelle per intenderci che hanno il tronco più piccolo del polso di un uomo. I nostri clienti vengono qui a chiederci consigli e per chi abbiamo allestito giardini o terrazzi particolarmente impegnativi andiamo a casa per valutare la situazione e proporre interventi».
Non minori crucci hanno gli allevatori, quelli di suini costretti ad alzare il riscaldamento nelle zone parto con le scrofe e i nuovi nati, e a impiegare i cosiddetti “missili antigelo” (apparecchi portatili che soffiano aria calda) nei reparti con i maialini già svezzati. Il che fa schizzare i costi alle stelle. E poi c’è da «aumentare la percentuale di mais nel pasto quotidiano dei suini adulti - spiega Coldiretti Lombardia - in modo che resistano meglio all’assedio del gelo». Nelle stalle con mucche da latte invece vale la scelta: «Le mucche adulte non soffrono tanto per il freddo - spiega Carlo Franciosi, allevatore di vacche da latte a Ossago -, mentre i vitellini bisogna tenerli su paglia ben asciutta e al riparo dai venti. Per quanto riguarda le strutture il problema principale è con le condutture d’acqua per gli abbeveratoi, che vengono svuotate oppure lasciate sempre aperte in modo che non ghiaccino».
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