Cronaca / Basso Lodigiano
Venerdì 19 Aprile 2013
Guardamiglio, flop del polo artigianale
Nonostante la presenza del casello dell’Autosole, il complesso non sembra
attrattivo per nuove attività: si salva la parte all’ingresso del paese
Capannoni vuoti e scheletri di capannoni mai completati. Nonostante la presenza di uno dei principali caselli autostradali del Nord Italia, anche Guardamiglio risente del brusco stop allo sviluppo di attività produttive e commerciali.
Il polo commerciale che sorge all’ingresso del paese, provenendo da Lodi, si è riempito soltanto per metà, e lungo la via Emilia sono evidenti da quasi tre anni ormai, gli scheletri di cemento di strutture non completate.
In particolare, all’ingresso di Guardamiglio, nei maxi capannoni alle spalle del centro sportivo, sono fiorite diverse attività mentre parte degli edifici appaiono ancora vuoti e desolati. È la doppia faccia del piano di lottizzazione a destinazione commerciale e artigianale progettato dall’ex giunta Bergamaschi ed ereditato dall’attuale giunta Tondini.
Tre imponenti blocchi, composti da quattro capannoni enormi, suddivisi in svariati comparti e attualmente occupati da circa 8 attività: dalla carpenteria, all’edilizia, passando per motoscafi di lusso e teloni resistenti adatti per camion, fino alla zootecnia e alle pavimentazioni e alle telecomunicazioni.
Fra queste realtà spicca la più recente, aperta poco meno di un anno fa: Pagani Home Show, dedicato all’arredamento e agli accessori per la casa, colosso del settore casa, ben consolidato sul territorio. Il piano di lottizzazione denominato “A” è un progetto del 2004, rivisitato nel 2006 in termini di implementazione della parte commerciale dell’area e concluso, come cantiere, nel 2008. Come standard di qualità, la lottizzazione prevedeva la realizzazione dell’attuale struttura del nido di Guardamiglio e la riqualificazione di via Roma. Restano da occupare ancora molti spazi vuoti, ma in particolare appare tuttora vuoto il primo blocco di capannoni, che si affaccia lungo via Roma, risultando dunque più visibile. Lungo la via Emilia intanto svettano gli scheletri di cemento di una società piacentina che intendeva realizzare nuovi capannoni a pochi metri dalla rotatoria della via Emilia. Dal 2009 ad oggi però i tempi si sono dilatati per la necessità di richiedere le autorizzazioni. Gli scheletri dovrebbero lasciare il posto a veri e propri capannoni, presumibilmente, a destinazione produttiva - commerciale.
Sara Gambarini
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