Guerra delle campane, un caso nazionale

Diventa un caso nazionale la guerra delle campane di Santo Stefano Lodigiano. Capace di far approdare in questo piccolo paese da neppure 2 mila anime troupe televisive e giornalisti di testate blasonate come il Corriere della Sera. Che mercoledì ha dedicato un’ampia pagina della cronaca nazionale proprio alla disputa che divide il paese, al centro l’orario dello scampanio dell’Ave Maria: a Santo Stefano da sempre alle 6.30 del mattino, ma da una decina di giorni posticipato alle 7 dopo le pressioni di alcuni cittadini sulla parrocchia locale del parroco don Tino Cremascoli. Con il risultato di far scattare una raccolta firme tra i residenti capitanata dal sindaco Massimiliano Lodigiani, perché si torni all’orario di storica consuetudine. Al momento l’Ave Maria suona ancora alle 7, ma ci potrebbe essere un dietrofront. Di sicuro, la questione appassiona ben oltre i confini della Bassa. Dopo il servizio andato in onda domenica nel telegiornale regionale di Rai 3, questa settimana a Santo Stefano sono scese le troupe di Mediaset, con i giornalisti ad intervistare sindaco e residenti, ad andare alla ricerca del parroco. La disputa è così già stata raccontata su Rete 4, riprese già effettuate anche da Canale 5. E mercoledì tutti i comprare il Corriere della Sera, per l’ampio articolo sulla guerra delle campane che per primo proprio «Il Cittadino» ha raccontato. Giorni di trambusto, dunque, nel piccolo paese della Bassa, non abituato a grandi clamori. E in molti si augurano che la scelta definitiva sull’orario dell’Ave Maria possa finalmente far tornare alla tranquillità questa scampolo di terra lodigiana.

Televisioni e quotidiani nazionali si occupano della guerra delle campane che per primo proprio «Il Cittadino» ha raccontato

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