Ultimamente soffriva di vuoti di memoria, e lo si sorprendeva a guardare come perso nel vuoto. È mistero sulla sorte di Luciano Frigoli, le ricerche del 70enne di Casale scomparso lunedì pomeriggio dalla sua abitazione in via Trento ieri sono proseguite senza sosta, ma sfortunatamente senza esito. E più le ore passano più cresce la preoccupazione dei fratelli, la sua vera famiglia, lui che era scapolo. A raccontare l’angoscia dell’attesa è proprio il fratello Guerrino, anche lui casalino residente al quartiere Pilota: «Siamo in ansia per quello che può essergli successo - racconta - la cirrosi che lo ha colpito è grave e poi ci preoccupano i cali di memoria di cui soffriva ormai di frequente».
L’anziano che da tre giorni si trova a vagare chissà dove, è insomma in una condizione psicofisica delicata e il gesto di andarsene così all’improvviso è maturato quasi certamente in un momento di non lucidità. «Deve prendere dei farmaci per curarsi - prosegue Guerrino - e da tre giorni è senza. Pensavamo io e mia sorella ad andare tutti i giorni da lui dandoci il cambio per assisterlo. La notte invece non era un problema perché dormiva. Non sapere dove è ci spaventa». Se si trovasse almeno la sua bicicletta, la Bianchi sportiva che Luciano ha preso per andarsene, le ricerche potrebbero ripartire da lì. E invece neppure di quella vi è traccia e le piste che i carabinieri della compagnia di Codogno, la polizia locale e il gruppo di protezione civile di Casale hanno seguito fino a ieri sono infinite. Troppe per determinare una svolta.
L’eventuale ritrovamento della bicicletta potrebbe essere un passo in avanti nelle ricerche. Questo vuoto pneumatico in cui si lavora lascia aperta ogni possibilità, e mantiene la speranza di ritrovarlo vivo. L’attenzione delle forze dell’ordine coadiuvate dai volontari della protezione civile e dai vigili urbani di Casale ieri è stata rivolta sul territorio attorno a Casale, una perlustrazione a largo raggio che ha interessato anche cascinali abbandonati dove il 70enne potrebbe aver cercato rifugio. Bar, stazioni ferroviarie, persino le chiese del circondario sono già state battute. «La sera che se ne è andato pioveva a dirotto - ricorda Guerrino - dove si sarà riparato?». Oggi intanto i sopralluoghi riprendono e non è escluso l’intervento delle unità cinofile. «Confidiamo nei carabinieri e in chi gli sta dando una mano - sospira il fratello dell’anziano -, soltanto loro possono riportare Luciano a casa».
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