
Cronaca / Basso Lodigiano
Venerdì 13 Maggio 2011
Il canale diventa un cimitero di animali
Nella Guardalobbia carcasse di nutrie, un maiale e pure un cane
codogno Coperto dalla testa ai piedi da una tuta e con una maschera sul volto per non respirare l’odore acre, il pompiere ha disceso la scarpata fino vicino all’acqua e ha estratto le carcasse una ad una. Sono almeno una trentina le nutrie trovate morte ieri mattina nel tratto della roggia Guardalobbia che scorre alle spalle della stazione ferroviaria al San Biagio, e oltre a quelle un maiale e persino un cane in stato di decomposizione ormai da giorni.
I residenti di viale Trivulzio avevano avvertito il puzzo tremendo già la sera prima, immaginavano si trattasse di una moria di pesci come ve n’erano state altre, e hanno allertato una guardia ittica del posto. Nel punto dove il canale piega a destra, formando una curva arginata da un muricciolo, il guardiano si è però trovato davanti una mattanza.
A pelo dell’acqua affioravano una quindicina di nutrie senza vita e provando a rimestare la macchia stagnante ve ne erano almeno altre sette o otto sul fondo. Senza contare i cadaveri di quelle incagliate nei pressi della paratia a una trentina di metri dalla passerella, il corpo del cane e del maiale arrivati lì chissà come.
Il motivo per cui abbiano fatto quella brutta fine, infatti, è il dubbio che resta. Solo un mesetto fa sempre la Guardalobbia aveva vomitato schiuma bianca in seguito allo sversamento di sostanze inquinanti dalle fosse di decantazione dell’impianto fognario alla frazione Maiocca. Cinquanta chili di pesce era morto.
L’incidente appare però troppo lontano perché vi si possa ricondurre l’ennesimo scoperto ieri e l’ipotesi più probabile sembra l’avvelenamento. Che qualche agricoltore abbia buttato del mais avvelenato lungo le rive del canale per sbarazzarsi dell’insidia delle nutrie, o per la stessa ragione abbia cosparso di gasolio l’erba.
Ieri mattina, mentre i vigili del fuoco di Lodi erano impegnati a rimuovere le carcasse, la corrente ne ha trasportate un paio insieme a una bottiglietta gialla di gasolio, ed è da questo particolare che si ipotizza una causa recente della strage.
Al più di qualche giorno fa, quando le bestie hanno cominciato a decomporsi. Ammorbando l’aria ieri e costringendo i due uomini della squadra di Lodi che si sono alternati nell’estrarre le carcasse dall’acqua ad indossare una tuta e un autoprotettore, come si chiama la maschera facciale collegata a una bombola d’ossigeno.
Aiutati dai compagni con un rampone, hanno sollevato le bestie dalla coda e le hanno chiuse in sacchi. Una ad una, così per quasi due ore. Per le verifiche sul posto sono intervenuti i responsabili Asl di Lodi, allo smaltimento invece ha provveduto la ditta Diusa Zoo ingaggiata dal comune. Anche del cane e del maiale, gettati nella roggia dopo il decesso accidentale o essere stati uccisi.
Laura Gozzini
Luisa Luccini
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