Il casello dell’A1 non cambia nome

Il progetto di riattrezzare l’uscita chiamandola

“Basso Lodigiano” è naufragato a causa delle difficoltà economiche dei dodici comuni interessati

«Un’idea non abbandonata ma rinviata a tempi migliori». Così il sindaco di Guardamiglio Maria Grazia Tondini ha definito il progetto per ribattezzare il casello autostradale di Piacenza Nord in “Guardamiglio-Basso Lodigiano”.

La proposta avanzata da Guardamiglio e da altri dodici comuni della Bassa si è di fatto bloccata per mancanza di fondi. Società Autostrade infatti aveva approvato l’idea nata nel Basso Lodigiano, su cui però aveva scaricato ogni onere: il pagamento del cartello e il cambio della toponomastica per una cifra pari a circa 40mila euro. Con l’avvento della crisi e dei continui tagli dei trasferimenti statali ai piccoli comuni, l’idea però si è presto arenata.

Fombio, Codogno, San Fiorano, Corno Giovine, Caselle Landi, Maleo, Somaglia, Corno Vecchio, Meleti, Maccastorna, Santo Stefano, Castelnuovo Bocca d’Adda, San Rocco al Porto, Guardamiglio: questi i paesi interessati all’iniziativa.

Il progetto risale a circa due anni fa, quando i comuni del Basso lodigiano, capitanati dall’amministrazione capofila di Guardamiglio, avevano impugnato carta e penna chiedendo la nuova denominazione del cartello autostradale direttamente a Società Autostrade.

Il casello, situato sul territorio guardamigliese, riporta infatti la dicitura “Piacenza Nord”, ma in realtà oltrepassando quelle sbarre autostradali si accede o si esce dal territorio Lodigiano. Più precisamente si approda o si fugge dal Basso Lodigiano, che ora vuole vedere riconosciuta la propria identità, la propria storia, le proprie tradizioni, da saper valorizzare, perché no, anche in vista di Expo 2015.

Dietro al cartello autostradale quindi risiede un progetto più ampio di ricerca di identità fra comuni che da anni hanno iniziato a collaborare e che alla luce delle recenti manovre economiche saranno destinati a unirsi sempre di più.

Ma l’idea, come detto, si è arenata davanti alla necessità di sborsare circa 40mila euro. Se ne riparlerà, forse, quando la situazione economica del Paese e dei comuni sarà migliore di quella attuale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA