In viaggio con le “vittime” del traffico

L’incrocio sulla 234 è l’incubo di chi affronta lo snodo ogni mattina

Viaggio nell’odissea quotidiana degli automobilisti a Ospedaletto Lodigiano. L’incrocio lungo l’ex strada statale 234 è l’incubo ricorrente di chi ogni mattina transita da Pavia verso Casale, da Casale verso Pavia e da Livraga in entrambe le direzioni. Lo snodo è cruciale e il traffico elevato: macchine e camion si inchiodano costantemente ai semafori che regolano i flussi, creando lunghe code. Sotto la pioggia e in colonna lungo le direttrici principali dell’incrocio, automobilisti e autotrasportatori si sfogano: «Sono anni che andiamo avanti così, si cerchi una soluzione per questo incrocio».

L’asse della Mantovana, in territorio di Ospedaletto, si snoda dall’area di Casalpusterlengo a Pavia, intersecando da una parte la strada provinciale 107 che conduce a Livraga e dalla parte opposta l’ingresso di Ospedaletto Lodigiano. Lungo la strada statale 234 quindi il traffico è intenso e coinvolge tanto gli abitanti di Ospedaletto, esasperati ogni volta che devono uscire o entrare in paese, quanto i lavoratori che devono percorrere necessariamente la Mantovana sia che ci si diriga verso Pavia sia verso Casale. Per non parlare di chi da Livraga è costretto a incolonnarsi al semaforo per recarsi nel Basso Lodigiano. A questa utenza si aggiungono i numerosi camion in ingresso o in uscita dal casello autostradale che si trova a poche centinaia di metri dal semaforo e i mezzi più o meno pesanti che gravitano intorno alle aziende e alle logistiche del territorio.

Risultato? Code quotidiane ai semafori. È parola di chi questa strada la percorre tutti i giorni, di mattina e all’orario di punta.

La signora Maria Grazia, di Belgioioso, perde circa dieci minuti per attraversare Ospedaletto in direzione Casale e sulla sua utilitaria, intenta a recarsi al lavoro, sospira amareggiata: «Francamente non penso ci sia soluzione a questo incrocio». Non la pensa così Ettore Sterza che da Chignolo Po, intorno alle 7.30 del mattino, transita lungo la Mantovana, facendo dal 1997 lo stesso percorso: «Basterebbe fare una rotonda». La stessa proposta arriva da Luca, da circa 12 anni in “lotta” con l’incrocio di Ospedaletto: «Abito a Sant’Angelo e all’incrocio cosiddetto dei pompieri hanno fatto una rotonda e adesso non ci sono più i problemi di traffico che c’erano prima: forse anche qui si potrebbe ipotizzare una rotonda». L’ipotesi rotatoria non dispiace neppure a Cris, che da una decina di anni guida il suo camion lungo la Mantovana: da Massalengo si dirige verso Casale. «Perdo anche 15 minuti quando c’è molto traffico, a questo incrocio», racconta Cris, autotrasportatore, a cui fanno eco due muratori di Orio Litta con il loro camioncino.

Da Livraga a Casale invece Mauro Bracchi è in attesa del secondo semaforo verde. Rigorosamente in fila. «In proporzione ci metto più tempo a superare questo incrocio che a percorrere il resto del tragitto, - commenta Mauro, che da un anno soltanto ha dovuto cominciare a fare i conti con questo percorso - anche se non tutte le mattine sono uguali: stamattina (ieri per chi legge, ndr) mi va bene, - continua Bracchi -, ma ci sono giorni che mi fermo in colonna molto più indietro lungo la strada per Livraga: il lunedì però resta un giorno tragico». Per il giovane Matteo, in arrivo dalla strada provinciale 107, il tragitto è breve ma inteso: deve “solo” superare l’incrocio di Ospedaletto per accedere al casello autostradale e recarsi a lavoro. Solo? Ben oltre gli abitudinari l’incrocio di Ospedaletto resta un punto critico della viabilità del Basso Lodigiano.

Sara Gambarini

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