Inalca, protestano i lavoratori di 2 coop

Gli operai del Consorzio Euro 2000 e della Regina terranno un’assemblea il 23 novembre a Casale per discutere su buste paga, diritti e forme di protesta

A Ospedaletto i lavoratori delle cooperative minacciano di incrociare le braccia. La protesta davanti ai cancelli dello stabilimento Inalca sarà il punto al centro della maxi assemblea prevista sabato 23 novembre al teatro Comunale di Casale, proclamata nell’occasione dalla Federazione sindacati indipendenti (Fsi).

A Casale dunque si ritroveranno i lavoratori delle cooperative Consorzio Euro 2000 e Cooperativa Regina, attive nello stabilimento Inalca di Ospedaletto.

«Il sindaco di Casale ci ha concesso l’autorizzazione e stiamo sistemando gli ultimi dettagli con il teatro - ha spiegato Gianfranco Bignamini, sindacalista esponente della Fsi - per cui sabato 23 novembre, dalle ore 16 alle 18, terremo un’assemblea con tutti i lavoratori delle cooperative impegnate nello stabilimento Inalca di Ospedaletto, per discutere di Tfr (Trattamento di fine rapporto), salari, diritti, di dignità».

«Per l’occasione - ha aggiunto Bignamini - saranno presenti anche gli avvocati dei nostri studi legali».

La proposta di Casale, come “location” per svolgere l’attesa assemblea, è stata avanzata dagli stessi lavoratori per motivi organizzativi. Gli “operai” coinvolti nella protesta, di fatto, sono quasi tutti di origine straniera. Provengono soprattutto da Costa d’Avorio, Senegal, Marocco, Egitto e operano nel settore alimentare, per la macellazione, sotto il Consorzio Euro 2000, mentre per quanto riguarda le pulizie fanno riferimento alla Cooperativa Regina.

Nelle scorse settimane però le due cooperative sono state messe sotto accusa dal sindacato di Bignamini per «gravi violazioni dei diritti dei lavoratori».

Il sindacalista ha parlato in primis del rapporto mutualistico di lavoro, che Consorzio Euro 2000 ha proposto, prevedendo che i lavoratori possano essere spostati da una sede all’altra per necessità, che il trattamento economico debba essere proporzionale alla quantità di lavoro svolto, che l’orario di lavoro possa essere modificato in base alle esigenze dell’azienda secondo quanto previsto dal regolamento interno e quindi non secondo il contratto nazionale. Ma Bignamini ha puntato il dito anche contro la richiesta di segretezza assoluta sui dati e sulla mancanza degli scatti dei livelli, in riferimento alla Cooperativa Regina.

La Fsi sta inoltre verificando tramite patronato Acli la bontà delle buste paga e del Trattamento di fine rapporto (Tfr) che le cooperative vorrebbero restituire solo per le annualità 2007-2013: sarà questo in ogni caso, uno dei temi caldi dell’assemblea in calendario a Casale per il prossimo 23 novembre.

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