La memoria I nomi degli internati militari che provenivano da Codogno

La ricerca Un lungo lavoro svolto da Bescapè, Frontori e Dragoni dell’associazione Combattenti e reduci

Giuseppe Novello è il più illustre, ma sono almeno 170 gli Imi (Internati militari italiani) di Codogno. A pochi giorni dalla prima Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi (il 20 settembre) la sezione dei Combattenti e reduci di Codogno dà notizia di aver rintracciato i nomi di quelli residenti a Codogno al momento dell’iscrizione all’associazione. L’elenco è stato stilato grazie ad un immenso lavoro volontario del presidente Domenico Bescapè e dei soci Elisa Frontori e Matteo Dragoni che hanno riordinato circa 1500 schede dei propri iscritti a partire dagli anni ’20 e stilato diversi elenchi, tra cui quello degli Imi. L’8 settembre 1943 l’Italia abbandonò l’alleanza con la Germania, che prese prigionieri i soldati e gli ufficiali italiani. Circa 650.000 di loro furono deportati in campi di prigionia tedeschi e costretti a lavorare per il regime dopo aver rifiutato di combattere con i tedeschi. Quelli che sopravvissero tornarono mediamente nell’estate del ’45. «Lo scopo del nostro lavoro è archivistico, ma è soprattutto di unire passato e presente - spiegano dall’associazione -. I documenti saranno a disposizione, in modo che le persone possano ricostruire la storia della propria famiglia». «Mi complimento per il lavoro straordinario dei volontari e li ringrazio a nome di tutta la comunità», dice il sindaco Francesco Passerini. In ricordo degli Imi di Codogno, dal 2022 è presente in Comune una lapide commemorativa, nei pressi della quale il 21 settembre alle 17 sarà celebrata la giornata nazionale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA